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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2014 alle ore 09:25.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:37.

«Napoli non è solo un disastro, è di più: è un tesoro che viene ogni giorno buttato via», scrivevamo giovedì con una inchiesta sul degrado, e sulle potenzialità inespresse, di Napoli. Un'indagine rigorosa, condotta sui fatti, come è tradizione del Sole 24 Ore. La risposta del sindaco De Magistris, affidata alle pagine del Corriere del Mezzogiorno, è stata: «Basta fango, quali interessi hanno?». Una risposta che salta oltre le tante questioni serie illustrate negli articoli, non coglie l'attenzione per la città che ispirava quei servizi, va diritta alla ricerca scomposta di nemici e complotti. Stia tranquillo sindaco, l'unico interesse che ci ispira è il futuro di Napoli e della sua gente, le cui ricchezze - da Bagnoli al porto - non possono continuare a essere dilapidate da una classe politica inadeguata (tutta, compreso il Pd e la destra).
Basta leggere le pagine del giornale della città, il Mattino, e dello stesso Corriere del Mezzogiorno, per capire che il destino di Napoli, con le sue potenzialità straordinarie, è ancora aperto. Dipende dalla buona volontà di tanti. E anche dalla sua. Fino a oggi la parabola della sua esperienza politica è stata chiara: promesse demagogiche, impossibilità a realizzarle, tentativo fallito di evasione nella politica nazionale, intolleranza alle critiche. Ora lasci stare i complotti e, se può, dia una mano con umilità. La sua risposta, per ora, non fa che confermare invece la profezia di Mirella Barracco con cui si chiudeva il reportage di Francesco Benucci e Mariano Maugeri: «Quando diventano sindaco ed entrano nel palazzo perdono l'umiltà, non si confrontano e gridano al complotto».
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