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Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2014 alle ore 17:06.
L'ultima modifica è del 20 maggio 2014 alle ore 20:25.

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Prosegue anche oggi la protesta dei conducenti di taxi che lottano per impedire l'introduzione sul mercato di Uber, la società che con una app gestisce dei driver privati, in un clima, secondo i taxisti, di «concorrenza sleale». Anche stamani in stazione Centrale non viene caricata la clientela, ad eccezione di anziani o persone dirette in ospedale «che vengono portate gratuitamente», precisa un manifestante.

Ma se la stazione è il centro della protesta, in giro per la città e negli aeroporti i taxisti sono divisi in due anime: chi lavora, soprattutto dopo l'appello dei sindacati di categoria, che hanno invitato a terminare la protesta, e chi si astiene. «Non abbiamo altri modi per protestare verso una cosa che è illegale», ha detto un taxista a un giornalista dell'agenzia Ansa. «Lo sa che gli autisti che aderiscono al nuovo servizio possono anche essere dei privati con la loro auto? E se hanno precedenti penali? Se non hanno l'assicurazione in regola? Se non hanno fatto i controlli alla vettura su cui trasportano le persone? La cosa che ci fa più rabbia è che nessuno di quelli che da noi pretendono regole e controlli ci difende».

Sono stati gli stessi tassisti a fare intervenire in Stazione centrale gli agenti della Polizia municipale che hanno sanzionato un conducente che portava un passeggero grazie alla nuova app di Uber. «Il problema è che sono sanzionabili solo se hanno il passeggero a bordo - racconta un gruppo che ha le auto ferme in stazione -. Ieri è successo che ne abbiamo beccato uno su una Bravo e abbiamo fatto intervenire i vigili. Aveva una targa svizzera e il permesso per handicappati del Comune di Roma. È questa la gente che vogliono far lavorare al posto nostro?». A intervenire sono stati gli agenti della Polizia locale delle "Frecce", che hanno il compito di verificare la regolarità dei conducenti di auto pubbliche. La vettura è stata sequestrata.

Ma contro la protesta interviene il presidente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali, Roberto Alesse. «La protesta dei tassisti, in corso da alcuni giorni a Milano, viola i principi della legge sull'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici e si pone, pertanto, al di fuori delle regole da essa stabilite», dichiara Alesse, evidenziando che «come già avvenuto in altre circostanze, l'Autorità, che è in stretto contatto con la prefettura, accerterà le responsabilità sia individuali, sia quelle riconducibili ad un soggetto collettivo, al fine di adottare le relative sanzioni previste dalla legge».

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