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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2014 alle ore 12:40.
L'ultima modifica è del 21 maggio 2014 alle ore 22:06.

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(LaPresse)(LaPresse)

Cina e Russia hanno firmato a Shangai un storico contratto sul gas, frutto di un decennio di negoziazioni ma che ha un nuovo significato strategico dopo gli ultimi mesi di tensioni fra Russia da una parte e Nato, Ue e Usa dall'altra per la crisi ucraina che ha portato alla destituzione del presidente filorusso Yanukovich e alle nuove elezioni presidenziali che si terranno domenica 25 maggio in contemporanea con le elezioni europee.

L'accordo - annunciato dall'agenzia Nuova Cina - è stato chiuso durante la visita in Cina del presidente russo Vladimir Putin dopo una lunga fase di stallo sul prezzo del gas naturale. Il contratto prevede una fornitura trentennale di metano, pari a 38 miliardi di metri cubi all'anno (la metà dei consumi italiani), garantito da un gasdotto lungo 2.200 chilometri dalla Siberia alla Cina orientale ancora da costruire. L'accordo vale 400 miliardi di dollari in trent'anni (56 in meno della cifra uscita nei giorni scorsi) ha confermato l'Ad di Gazprom, Alexei Miller. Partirà dal 2018 ed è stato firmato dai presidenti dei due gruppi, Zhou Jiping, a capo di China National Petroleum Corporation (CNPC), e Alexei Miller, Ceo di Gazprom.

Cambiano gli scenari geopolitici mondiali dell'energia
Il contratto è stato siglato dopo che fino a ieri sembrava destinato addirittura a saltare. Erano dieci anni che i russi di Gazprom tentavano di chiudere un accordo per vendere gas alla Cina. Il colosso pubblico russo del gas e la compagnia petrolifera pubblica cinese Cnpc hanno firmato a Shanghai un accordo storico che cambierà inevitabilmente gli scenari geopolitici dell'energia mondiale.

Mosca in rotta con l'Ue si avvicina alla Cina
La firma dell'intesa, avvenuta alla presenza di Putin e Xi Jinping, rappresenta un'importante sviluppo per Mosca che dall'inizio della crisi ucraina sta cercando sbocchi alternativi per vendere il suo gas. Fino al 2013 l'Europa è stato il primo cliente di Mosca con 160 miliardi di metri cubi acquistati ma la Cina da solaèé già da quest'anno sarà un mercato più grande. Pechino prevede di aumentare del 20% le importazioni di gas, per ridurre il peso dell'inquinantissimo carbone per produrre energia elettrica, e arrivare a 186 miliardi di metri cubi.

Barroso scrive a Putin
Il presidente della commissione Ue, Jose Manuel Barroso, ha scritto al presidente russo, Vladimir Putin, per assicurarsi che Mosca garantisca la continuità dei flussi di gas all'Europa via Ucraina. È «imperativo» scrive Barroso in una lettera a Putin che i negoziati continuino e che «nel frattempo i flussi di gas non siano interrotti».

L'accelerazione dopo la crisi a Kiev
Nonostante le trattative fossero in corso da un decennio la crisi con Kiev e l'Occidente ha spinto Putin ad accelerare e a concedere uno sconto sul prezzo richiesto, che nei giorni scorsi, secondo indiscrezioni, oscillava in un range tra i 350 e i 400 dollari per mille metri cubi. E proprio sulla cifra inferiore si è raggiunta l'intesa. In questo modo la pressione delle eventuali sanzioni economiche di Usa e Ue si depotenzia. Mosca, anche se tra 4 anni, avrà un grosso mercato alternativo all'Ue.

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