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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2014 alle ore 11:29.
L'ultima modifica è del 27 maggio 2014 alle ore 09:43.

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Ha vinto la speranza. Ora le riforme, perché è il momento di investire in Italia. Matteo Renzi, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, spiega che cosa significa quel 40,8% raggiunto alle Europee dal Pd, con un M5S distanziato e una Fi che perde terreno. «Questo Paese è decisamente migliore di come ce lo raccontiamo. C'è un Italia profonda che non si rassegna», sottolinea. Insomma, «l'Italia c'è. Ha tutte le condizioni per cambiare, e per invitare l'Europa a cambiare». Renzi chiarisce: «Non chiediamo di cambiare le regole di bilancio dell'Unione Europea». Poi in serata, intervistato a Porta a Porta dice: «Non mi aspettavo un risultato alle europee con proporzioni così grandi: per alcuni aspetti è quasi hai una forte responsabilità, non devi sbagliare un colpo». E ancora: «ora è il momento di accelerare su tutto». A partire dalla riforma del Senato («Da questa settimana bisogna rimettersi subito in moto e correre. Bisogna superare il bicameralismo perfetto»).

Ora nessuno ha più alibi per non fare riforme
Il superamento della soglia del 40% è un risultato che, almeno sulla carta, aumenta il peso politico dei democratici e sostiene la politica di riforme delineata dal Governo, a comiciare da quelle istituzionali. «Ora nessuno ha alibi per non fare riforme», è il messaggio lanciato dal capo del Governo. Renzi sottolinea «il risultato importante degli alleati di governo non tanto ai fini dell'azione di governo ma per aver contribuito a dare un messaggio di speranza». Il riferimento è al Nuovo Centrodestra.

Messaggio voto ricevuto, acceleriamo su tutto
«Messaggio ricevuto: ora è il momento di accelerare su tutto» e non di festeggiare. Così Matteo Renzi a "Porta a Porta" spiega la sua volontà di riprendere il cammino di governo con ancora maggiore determinazione. E aggiunge sul voto: «Non mi aspettavo un risultato alle europee con proporzioni così grandi: per alcuni aspetti è quasi commovente perché hai una forte responsabilità, non devi sbagliare un colpo». Quanto all'Europa se cambierà le sue politiche di rigore e si aprirà alla crescita «potremo fare un'operazione keynesiana straordinaria in cinque anni: più di 150 miliardi di euro (di fondi comunitari, ndr)». E se non rispettare il tre per cento di rapporto deficit/Pil «ci darebbe uno spazio di manovra», mantenendo il tre per cento «possiamo comunque far ripartire alcuni settori del paese».

Accelerare ddl lavoro: in gioco credibilità
La priorità rimane il rilancio dell'occupazione. Dopo il varo del decreto, la riforma del lavoro «va accelerata», ricorda Renzi, con l'approvazione del ddl delega perché «su questo punto giochiamo larga parte della nostra credibilità internazionale». «Il dl Poletti ha salvato posti di lavoro», sottolinea il premier.

Renzi chiude alle elezioni ad autunno
Il successo ottenuto dal Pd alle Europee non significa che Renzi voglia andare alle elezioni in autunno. «Penso - osserva - che ci siano tutte le condizioni perchè questo Parlamento faccia le riforme e scometto su questo».

Fi resta pezzo importante di questo Paese
Il presidente del Consiglio spiega che «Forza Italia continua a essere un partito importante, un pezzo importante di questo Paese». Allo stesso tempo il presidente del Consiglio apre al dialogo con i Cinque Stelle sulle riforme. «Hanno 170 parlamentari. Se questi parlamentari continuano a utilizzare il parlamento come luogo deglo show e delle proteste, ho l'impressione che perdano il loro elettorato». Se invece, sulla base del presupposto che le regole si scrivono insieme, «uomini e donne dei Cinque Stelle dovessero portare il loro contributo sul tavolo delle riforme, sarebbero ascoltati».

Legge elettorale: il ballottaggio serve, il Pd anche con il 41% non governa
Un'altra delle riforme in primo piano è quella della legge elettorale. «L'Italicum andrà avanti, non sono preoccupato. La legge elettorale riforma da scrivere insieme. Il risultato delle Europee - avverte Renzi - non cambia la valutazione su questa legge. Io penso che il ballotaggio sia un elemento centrale perchè garantisce la vittoria di qualcuno. Se ci fosse il proprozionale puro, il Pd anche con il 41 per cento non avrebbe possibilità di governare da solo».

Ue: non chiediamo di cambiare le regole di bilancio nell'Unione Europea
L'affermazione del Pd alle Europee aumenta il peso dei democratici a Bruxelles. «A luglio inizierà il semestre di presidenza italiana dell'Ue. «Non abbiamo un problema di flessibilità, ma di un'Europa che si preoccupi anche di salvare le famiglie e le persone - afferma Renzi -. Non chiediamo di cambiare le regole, chiediamo di cambiare l'impostazione e l'approccio dell'Europa. E lo facciamo partendo dalle istituzioni, non dall'antipolitica o dal populismo. Le prossime settimane renderanno chiaro questo, perchè le discussioni sui vertici non dovranno essere impostate sui nomi, ma su che cosa vogliamo far fare al Parlamento, alla Commissione, al Consiglio, all'Europgruppo». Martedì la prima prova: il vertice dei capi di stato europei che dovranno scegliere il presidente dell'Unione europea sulla base del voto di domenica.

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