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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2014 alle ore 07:50.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:46.

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Professor Guarino le trattative condotte a Maastricht da Guido Carli restano un capolavoro?
Un capolavoro, che non ha potuto manifestarsi perché hanno cambiato le regole.

Chi ha cambiato le regole?
Sono state cambiate il 1° gennaio 1999. Il sistema a cui era giunto Carli sarebbe stato in grado di produrre una crescita del 3% con le caratteristiche e le qualità che erano state richieste dal Trattato.

E chi le ha cambiate?
Oggi sappiamo che tutto è dovuto al regolamento 1.466 del 1997 e che l'autore materiale è stato - con quasi certezza - il ministro delle finanze tedesco Theo Waigel.

Che cosa ha introdotto il regolamento?
Bisogna partire dal sistema di cui Carli aveva ottenuto l'approvazione e trasformazione in norma del trattato, ossia l'articolo 104 c.

Che cosa diceva quell'articolo?
Si basava sulla premessa che gli Stati avessero un potere di politica economica e la capacità di indebitamento. Il trattato nella formula di Carli consente di superare il 3% e il 60% se ci sono due condizioni: la prima è l'interpretazione non rigida dei parametri e la seconda, che oggi è più importante per me, è che in presenza di condizioni eccezionali il 3% e il 60% non si applicano.

Quali le condizioni eccezionali?
Ritengo condizioni eccezionali l'aver applicato dal 1999 una norma diversa dal Trattato: questo era prevedibile in base alla disciplina sostitutiva, un deperimento continuativo dell'economia di tutti i Paesi dell'euro.

Cioè sarebbe stato applicato un regolamento che impone la stabilità, cioè il pareggio di bilancio, in contraddizione con quello che diceva Maastricht, che era invece in funzione della crescita. Perché avrebbero introdotto questo regolamento?
Il processo alle intenzioni è complicato e offre incognite ma credo che la preoccupazione di Waigel fosse che l'Italia non sarebbe stata in grado di rispettare le norme del Trattato e che la Germania non avesse intenzione di dare realmente seguito al Trattato perché pensava di continuare a utilizzare il marco. Ma nessuno può dire con certezza né una cosa né l'altra.

Che cosa deve fare oggi Renzi?
Credo innanzitutto esigere l'applicazione del Trattato, soprattutto laddove parla di crescita, ma proprio quel testo come è stato previsto dal Trattato, non un finto testo.

Ritornare a Maastricht quindi?
Tornare indietro 20 anni dopo è difficile. La situazione è diversa rispetto ad allora.

Che cosa bisogna fare?
Esigere l'applicazione del Trattato e che nessuno invochi norme che non ci sono nel Trattato. Una qualsiasi cosa che si vuole imporre va verificata, se è consentita dal Trattato o meno.

Però esiste un regolamento che forse è venuto dopo?
Il regolamento è una fonte di rango inferiore e quando c'è un trattato multilaterale vale quello e poi ci sono tre trattati multilaterali che dicono la stessa cosa perché il Trattato sull'Unione europea (che va sotto il nome di Maastricht) è stato confermato dal Trattato di Amsterdam e da quello di Lisbona, oggi in vigore.

MIX 24
In occasione dell'Assemblea di Bankitalia Mix24 trasmette uno speciale su Guido Carli (tra gli ospiti Ignazio Visco, Mario Sarcinelli, Paolo Savona, Eugenio Scalfari). In chiusura un'intervista a Giuseppe Guarino

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