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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2014 alle ore 07:40.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:50.

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Il disastro d'immagine del naufragio della nave da crociera Costa Concordia, avvenuto sugli scogli dell'isola del Giglio nel gennaio 2012 (i morti furono 32), ha avuto momenti di grande riscatto nelle operazioni d'emergenza e, poi, nel raddrizzamento dello scafo nel settembre scorso. Sono state opere mai tentate prima al mondo in queste dimensioni. Quando una nave affondava, affondava per sempre. Questo grande lavoro che ha riscosso il consenso internazionale rischia di essere sprecato nelle manovre per accaparrarsi il relitto.

Oggi la triste partita si gioca fra Piombino (Livorno) e Genova. Ci sono ragioni solide per entrambe le soluzioni, ma il fattore tempo gioca a favore di Genova (lo scalo è già pronto) mentre il fattore sicurezza favorisce Piombino (il rimorchio in condizioni pericolose durerebbe un giorno invece di nove). I partigiani delle due soluzioni abbassano a livello di una commedia dialettale una grande tragedia che finora è stata rappresentata sul palcoscenico del mondo.

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