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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2014 alle ore 20:39.
L'ultima modifica è del 03 giugno 2014 alle ore 22:47.

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Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, in una conversazione privata con il presidente francese, François Hollande, avrebbe chiesto se le autorità di Parigi sarebbero disposte ad appoggiare la candidatura dell'ex ministro delle Finanze transalpino, e attuale direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, alla presidenza della Commissione Europea. È quanto riferiscono fonti dell'Eliseo all'agenzia Reuters. La stessa notizia è stata riportata anche dal Telegraph online.

Sebbene i Popolari abbiano ottenuto il maggior numero di seggi alle elezione europee, il nome da loro proposto per la poltrona di presidente della Commissione, quello dell'ex presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, sta incontrando forte opposizione. Un portavoce del governo tedesco ha ribadito il sostegno ufficiale di Merkel alla candidatura di Juncker e ha definito non vere le notizie riportate da Reuters.

Secondo una delle fonti consultate dall'agenzia «Merkel ha sollevato la questione privatamente a Hollande, che non ha preso una posizione definitiva ma ha affermato di dubitare che sarebbe una buona idea per l'Europa perdere la poltrona del Fmi. Una poltrona che le grandi economie emergenti, sottolineando il mutamento degli equilibri economici mondiali, rivendicano da anni, definendo obsoleto il tradizionale e tacito accordo secondo il quale la guida dell'istituzione di Washington spetta all'Europa e quella della Banca Mondiale agli Usa. Lagarde ne ha assunto la guida dal 28 giugno 2011 per sostituire Dominique Strauss Khan, travolto da uno scandalo a sfondo sessuale.

In seguito al tracollo elettorale dei socialisti francesi, ha riflettuto un'altra fonte con Reuters, sarebbe del resto impossibile per Hollande sostenere un candidato socialista alla presidenza della Commissione, laddove Lagarde ha fatto parte dell'esecutivo conservatore di Sarkozy. L'inquilino dell'Eliseo non avrebbe certo intenzione di sostenere, per il posto di presidente della Commissione, una francese che non appartiene certo al suo partito né alla famiglia socialista. E che avrebbe il sostegno di Merkel perché ritenuta dai più una figura super partes intorno alla quale si potrebbero coagulare i consensi di tutte le parti in causa, anche in virtù della sua appartenenza al gentil sesso.

A cominciare dal britannico David Cameron, che ha già fatto sapere di volersi battere fino in fondo per non far passare la candidatura di Juncker. Cameron potrebbe raccogliere intorno a sé il sostegno di altri leader nordici come l'olandese Mark Rutte e lo svedese Fredrik Reinfeldt, i due premier che, insieme a lui e a Merkel, discuteranno della questione in un incontro ristretto fissato per lunedì 9 a Harpsund, località turistica svedese.

Resta però da vedere che cosa pensa dell'ipotesi Lagarde il Parlamento europeo. Per la prima volta nella storia dell'integrazione europea, l'assemblea intende esercitare fino in fondo il suo diritto, sancito dal trattato di Lisbona, di proporre un suo candidato. Ed è pronto a votare contro un'eventuale scelta imposta dal Consiglio Europeo. E finora il Parlamento ha sempre ribadito il suo sostegno a Juncker. Come del resto fatto fino a ieri anche da Merkel. Salvo manovrare dietro le quinte per trovare soluzioni diverse.

Nei prossimi giorni il tema continuerà a essere al centro di colloqui e trattative più o meno riservate tra i leader. Anche perché Merkel, Hollande, Cameron e Renzi si vedranno pure domani a Bruxelles per il G7.

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