Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2014 alle ore 07:14.
L'ultima modifica è del 05 giugno 2014 alle ore 15:41.

My24

Il messaggio che la Bce vuole lanciare alle banche è in sostanza questo: «Non preoccupatevi, aumentate i prestiti all'economia reale. Dopodiché impacchettate questi prestiti in titoli derivati (ecco perché si parla di prestiti cartolarizzati, cioè di prestiti veri trasformati poi in prodotti finanziari derivati, ndr). Una volta che il mercato degli Abs riparte io Bce acquisto da voi banche questi titoli con un piano programmato. In questo modo non avete più alibi; avete tutti i mezzi e le garanzie per prestare soldi a famiglie e imprese».

Di che soldi stiamo parlando? Soldi prestati dalla Bce alle banche tramite un nuovo pacchetto Ltro, ma questa volta con scadenza a quattro anni. La Bce ha infatti annunciato due nuove e inedite maxi operazioni di rifinziamento alle banche, ma «mirate» al riutilizzo di questi fondi a favore di famiglie e imprese (con l'esclusione dei mutui per l'acquisto di casa). Due "Ltro" (Long term refinancing operations), ha riferito il presidente Mario Draghi, con scadenza protratta fino al 2018. L'ammontare iniziale che verrà mobilitato su questi interventi corrisponde a 400 miliardi di euro.

Il percorso finale potrebbe essere questo.

1) le Bce presta denaro a condizioni agevolate alle banche con scadenza a 4 anni attraverso nuovi prestiti Ltro;

2) le banche sono però "obbligate" a utilizzare questa liquidità non per acquistare titoli di Stato (ottenendo dei profitti sulla differenza tra quanto pagato alla Bce e quanto incassato da titoli più remunerativi, questa perlomeno è stata la strategia che è andata per la maggiore negli ultimi due anni) ma per dare ossigeno a imprese e famiglie aumentando i prestiti;

3) dopodiché le banche sono chiamate a impacchettare questi prestiti in titoli derivati Abs che sono trattati sui mercati come obbligazioni (quindi offrono cedole e hanno un rimborso a scadenza) e che al loro interno contengono i prestiti effettuati all'economia reale;

4) alla fine del percorso questi titoli vengono acquistati dalla Bce stessa per mantenere il mercato degli Abs liquido e per evitare che si creino tensioni, come invece successo negli anni dello scoppio della bolla immobiliare-finanziaria negli Stati Uniti, conosciuta come crisi dei derivati subprime.

Una strategia articolata, il cui obiettivo è, in realtà molto semplice. Riparare la cinghia di trasmissione tra finanza ed economia reale, inceppata negli ultimi anni in Europa. Sarà proprio questa? E soprattutto riuscirà a sortire l'effetto sperato?

In sostanza il quantitative easing può essere definito come un super-taglio dei tassi da attuare quando il costo del denaro è già azzerato e quindi un'economia si trova nella trappola della liquidità. Ma non tutti gli analisti sono ottimisti. Per alcuni, negli ultimi anni la crisi ha spezzato la schiena a molte imprese e famiglie, a tal punto da abbassarne comunque il grado di solvibilità e quindi sarà difficile creare un vasto mercato di Abs sicuri e affidabili. Altri pongono l'accento che stiamo affrontando una profonda crisi di domanda aggregata e le armi (per quanto non convenzionali come un Qe) a disposizione di una banca centrale rischiano di non essere sufficienti per riportare la domanda sui livelli della capacità produttiva in modo tale da abbattere il tasso di disoccupazione e rilanciare in modo convincente la ripresa.

I dubbi restano se si guarda ad esempio il Pil degli Stati Uniti - che ormai dal 2009 stanno praticando a più riprese quantitative easing - che nel primo trimestre del 2014 è arretrato dell'1%. Ma, pur con tutti i dubbi del caso, questa volta la Bce sembra comunque decisa a provarci. Famiglie e imprese, l'economia reale che pulsa ogni giorno, aspettano un segnale.

twitter.com/vitolops

Shopping24

Dai nostri archivi