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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2014 alle ore 06:45.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:52.
Paola Schwizer, ordinario di economia degli intermediari finanziari all'università di Parma, è presidente di Ned Community, l'associazione degli amministratori indipendenti che in Italia conta 350 aderenti. La figura del consigliere indipendente, nata con le public company anglosassoni, sta assumendo un ruolo sempre più rilevante anche nelle società italiane. L'importante, sottolinea, è che l'indipendenza sia di sostanza. Ma come si fa a stabilirlo? «Ci sono requisiti d'ingresso che devono essere valutati dal consiglio, con revisione su base annua». Ma il tutto si basa su autodichiarazioni che potrebbero rivelarsi mendaci. «Sia Consob sia Banca d'Italia sono molto attente a questo aspetto. Da parte nostra abbiamo creato gruppi di lavoro per approfondire il tema dei rischi legali che il cda corre quando valuta i requisiti dei propri componenti. È un processo in evoluzione. La Sec ha introdotto nella definizione di indipendenza anche l'assenza di relazioni personali che la pregiudichino. La Ue ci sta pensando».
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