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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2014 alle ore 06:48.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:52.

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Dario Trevisan è il legale che ha il pressoché totale monopolio delle deleghe dei fondi esteri nelle assemblee societarie italiane. A suo giudizio, se prendesse piede la formula della public company, per l'elezione del consiglio d'amministrazione occorrerebbe sposare il modello italiano del voto di lista con quello svedese che ammette il dialogo tra soci che propongono candidati. «Il consiglio uscente dovrebbe pronunciarsi sul profilo ideale dei candidati, senza fare nomi. Il dialogo tra i proponenti di liste dovrebbe essere coordinato dal comitato nomine della società, fatto tutto da indipendenti, come si fa in Svezia, in modo da arrivare a una composizione equilibrata delle competenze in consiglio. Occorre uscire dalla logica di liste di minoranza e maggioranza: non importa chi le presenta, ma i nomi che contengono. Ma per far questo occorrerebbe anche regolamentare il dialogo tra azionisti che oggi in Italia è inibito dal rischio di incappare in azioni di concerto».

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