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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2014 alle ore 12:52.
L'ultima modifica è del 06 giugno 2014 alle ore 17:13.

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Di più. La pubblicità sarà del tutto vietata (sia diretta che indiretta). Le sale giochi e scommesse non potranno nascere entro un raggio di 300 metri da scuole, ospedali e luoghi di culto. E fino a 100 metri da banche e uffici postali. Nasce poi un Fondo per la prevenzione e la cura, che sarà alimentato dall'1% delle percentuali di operatori e concessionari. E un altro Fondo per le famiglie dei giocatori patologici, che a sua volta conterà sull'1% delle entrate per le sanzioni a chi viola la legge.

Per 5 anni basta nuove macchinette
Attacchi frontali, quelli del testo originario, sottoscritti in pieno durante i voti in commissione. Anzi, se possibile, rafforzati. Ecco così il divieto ulteriore per cinque anni di introdurre «nuovi apparecchi o piattaforme on line» per il gioco d'azzardo «a valere sulle concessioni già in essere» e anche di nuovi tipi di giochi d'azzardo. E la possibilità di pagare le vincite alle macchinette solo con moneta elettronica, con l'obbligo di rilasciare la ricevuta della scommessa effettuata e della somma vinta «evidenziando la differenza»: se hai vinto, cioé, o no. E se (e quanto) hai perso, è chiaro.
E ancora: i ticket delle «lotterie istantanee» dovranno riportare le scritte "cancerogene" come per le sigarette. Sono già state indicate le formule: "questo gioco nuoce alla salute", "questo gioco può provocare dipendenza", "questo gioco può ridurti in povertà", "questo gioco è vietato ai minori di 18 anni". Tanto per capirsi. Perché poi c'è l'altolà alla pubblicità. Con sanzione massima fino a 500mila euro. Ma anche premi per gli esercizi e i circoli privati che rimuovono le macchinette mangia soldi (e salute): saranno premiati con un «apposito indennizzo economico». Quanto grande, non è dato sapere.

Scommesse: Abruzzo cicala, Basilicata formica
Si calcolano fino a 1 milione di giocatori patologici, almeno 92mila giovani tra 15 e 19 anni, entrate per lo Stato esplose del 250% dal 2004 al 2012 fino a più di 8 mld a fronte di 87 mld di raccolta dalle giocate. Con la Lombardia in testa e cinque regioni – Lombardia, Lazio, Campania, Emilia Romagna e Veneto – che da sole raccolgono il 55% delle scommesse. Anche se poi è l'Abruzzo che nel 2012 spendeva di più pro-capite (3.440 euro a testa in media), poi il Lazio (1.418 euro) e la Lombardia (1.319) euro). In Basilicata (887 euro), Sardegna (906 euro) e Sicilia (921 euro), invece, il vizietto dell'azzardo vantava spese pro-capite più basse.

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