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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2014 alle ore 15:13.
L'ultima modifica è del 08 giugno 2014 alle ore 19:32.

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Abdel Fattah al-Sisi assume pienamente i poteri di nuovo presidente dell'Egitto, dopo le elezioni dello scorso 29 maggio che lo hanno eletto con il 96% delle preferenze. Il vincitore delle elezioni ha prestato giuramento al Cairo davanti alla Corte costituzionale. «Giuro davanti a Dio Onnipotente di difendere il sistema repubblicano, rispettare la Costituzione e la legge e di difendere l'indipendenza della patria e l'unità del territorio nazionale» è la formula pronunciata dal neopresidente Sisi.

Alla cerimonia hanno assistito le massime autorità egiziane. Tra queste il presidente ad interim uscente, Adly Mansour (già presidente della Corte Costituzionale), che ha ricoperto la carica di Presidente della Repubblica dal 3 luglio 2013, dopo la deposizione di Mohamed Morsi. Erano anche presenti il primo ministro Ibrahim Mahlab, e tutti i ministri, il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmed El-Tayyeb, ed il papa copto Tawadros II.

La cerimonia
Ventuno salve di cannone e l'inno nazionale hanno salutato l'arrivo del neo presidente al palazzo presidenziale di Ittahadeya, per ricevere il saluto di delegazioni di vari paesi stranieri. Il presidente uscente Mansour e il neo presidente Sisi hanno tenuto brevi discorsi di saluto e hanno quindi proceduto ad una cerimonia definita «storica» da fonti ufficiali, secondo le quali si è svolta per la prima volta nella storia dell'Egitto moderno: entrambi hanno firmato un documento per il trasferimento dei poteri. Lo stesso Sisi nel suo saluto ha sottolineato come «sia la prima volta che un presidente eletto stringe la mano a un presidente uscente».

A rappresentare i paesi arabi nella cerimonia di insediamento del neo presidente erano il re di Giordania Abdallah II, il presidente palestinese, Abu Mazen, l'emiro del Kuwait, Sabah al-Ahmed al-Jabir al-Sabah, il re del Bahrein, Hamed ben Issa al Khalifa, il principe ereditario di Arabia Saudita Salman ben Abdelaziz, vicepresidenti dell' Iraq, del Sudan, del Sud Sudan.

Da Doha l'emiro del Qatar, Abdullah ben Nasser ben Khalifa ha inviato un telegramma di congratulazioni. È l'unico paese del Golfo con il quale dopo la destituzione di Mohamed Morsi, in Egitto si è sviluppata una forte polemica, anche per l'informazione diffusa dalla tv Al Jazira, ritenuta al Cairo pro-Fratelli Musulmani, la confraternita dalla quale proveniva il presidente deposto dai militari il 3 luglio 2013.

Per i paesi africani viene segnalata la presenza dei presidenti di Eritrea, Ciad, Mali e Guinea Equatoriale, nonchè di rappresentanti di vari altri governi, e dell'Unione Africana.
In serata è in programma un grande ricevimento nell'ex palazzo reale di El Qubba, con l'intervento di rappresentanti anche di paesi occidentali.

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