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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2014 alle ore 12:10.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:54.
Le proposte modifiche di inserimento nel Pil di attività come la prostituzione e il traffico di droga, di cui ho sopra parlato, sono un tentativo di correzione assolutamente insensato, poiché pongono alla base del benessere e dello sviluppo attività assolutamente illegali e opposte alla civiltà dei diritti, senza contare che la loro misurazione non può che essere imprecisa. Che se poi volessimo inserire anche il male peggiore nel quale il disastro italiano eccelle, cioè la corruzione, valutata dall'Unione Europea nel primo rapporto ufficiale almeno 120 miliardi all'anno di euro, la civiltà dei numeri sarebbe definitivamente messa alla berlina. L'economia, alla ricerca vana di credibilità scientifiche, da scienza triste rischierebbe di diventare scienza turpe.
La discussione sulla falsità dei numeri economici costituisce dunque la priorità politica dell'Europa uscita dalle nuove elezioni, per evitare che le formule e gli algoritmi, con erronee politiche economiche, continuino a nascondere le realtà sottostanti delle povertà, delle miserie e delle disuguaglianze e di un mondo basato sull'ingiustizia. Solo così, come in ere precedenti, potrà nuovamente il continente europeo creare le basi per uscire dalla crisi minacciosa dell'età dei numeri, per riprendere l'età dei diritti.
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