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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2014 alle ore 14:14.
L'ultima modifica è del 11 giugno 2014 alle ore 19:20.
Nel giorno in cui i tassisti delle grandi città europee incrociano le braccia per protestare contro Uber, Londra fa da apripista permettendo agli utenti di chiamare e pagare un taxi tramite la propria applicazione. Un segnale di distensione che sancisce la fine della fase distruttiva della lite e dà il via alla fase costruttiva. I tassisti della City accusano Uber di essere causa comprimaria della diminuzione dei passeggeri e questo primo passo, oltre a fungere da calmiere, dimostra che la via della mediazione e la politica dei piccoli passi dà risultati apprezzabili.
L'agenzia dei trasporti di Sua Maestà ha chiesto all'Alta Corte di prendere posizione circa il sistema tariffario di Uber che non sembra dare troppi crucci al Transport for London, l'ente dei trasporti della City. Al momento non si sa però se questa notizia sta avendo un impatto positivo sullo sciopero in atto a Londra.
Il modello di business
Con UberTAXI l'azienda californiana applica lo stesso sistema tariffario in vigore per i taxi londinesi, senza tasse o costi aggiuntivi, trattenendo per sé una tassa pari al 5% del valore della corsa. Questa politica sembra però non piacere ad Hailo, l'applicazione nata a Londra (e attiva in altre città) che permette di prenotare taxi tradizionali e che tre settimane fa ha annunciato di volere espandere il proprio servizio anche ai conducenti privati. La notizia è stata confermata da Benedetta Arese Lucini, general manager di Uber Italia.
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