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Questo articolo è stato pubblicato il 13 giugno 2014 alle ore 18:35.
L'ultima modifica è del 13 giugno 2014 alle ore 19:09.

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Militanti Jihadisti nella provincia irachena di Salahuddin (Epa)Militanti Jihadisti nella provincia irachena di Salahuddin (Epa)

La grande rapina di Mosul è probabilmente uno dei più grandi furti della storia: questo non è un giallo ma la realtà. I ribelli sunniti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Isil) sono alle porte di Baghdad con il più ricco bottino mai fatto da un gruppo terroristico. Secondo quanto dichiarato dal governatore regionale di Ninive, Atheel al-Nujaifi, dalla cassaforte della filiale della Banca Centrale di Mosul sono stati sottratti 429 milioni di dollari, in parte i contante e in parte in lingotti d'oro.

Si tratta di una cifra spaventosa, che farebbe dei guerriglieri dell'Isil, finanziariamente, i più potenti del pianeta: con questi soldi possono davvero sperare di fondare un mini-califfato dalla Siria all'Iraq, il loro più ambizioso obiettivo. All'Isil, guidata dal leader di Al Qaeda Abu Bakr al Baghdadi, non manca neppure il petrolio, visto che in Siria hanno già messo le mani su una parte dei pozzi di Dei Ez Zhor e in Iraq si trovano sul percorso delle pipeline e dei giacimenti.

Per avere un'idea di che cosa significa la cifra sottratta dai jihadisti alla banca centrale si può fare un confronto con i Talebani in Afghanistan il cui budget annuo è stimato dai 70 ai 400 milioni di dollari, a seconda delle annate del raccolto papavero, che è più o meno la somma di bilancio attribuita anche alle Farc in Colombia.

Sul bottino di Mosul mancano però ancora conferme solide mentre la stampa araba sottolinea con una certa insistenza, quasi sospetta, che ad avvalorare l'evento per ora ci sono soltanto le dichiarazioni del Governatore. Forse come in tutte le grandi rapine c'è anche un basista, oppure qualcuno che doveva portare al sicuro soldi e lingotti non ha fatto tutto il suo dovere. Forse anche il governatore mette le mani avanti: in Iraq sono tempi duri, durissimi.

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