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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2014 alle ore 16:51.
L'ultima modifica è del 14 giugno 2014 alle ore 17:13.
Situazione incandescente in Siria al confine con l'Iraq
Una forte esplosione è avvenuta oggi in una città siriana vicino al confine con l'Iraq, con un bilancio di 30 ribelli uccisi, secondo la televisione di Stato siriana. L'esplosione, precisa l'emittente, è avvenuta a Mayadin, 60 chilometri dal confine, nella provincia di Deyr az Zor, dove si fronteggiano fazioni rivali dei ribelli siriani. Tra queste, lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis), che negli ultimi giorni si è impadronito di vaste regioni nel nord dell'Iraq.
Ex-generale Usa: se dovesse arrivare l'ordine, attacco in 24 ore
Se dovesse arrivare l'ordine del 'Commander in Chief', l'attacco americani sull'Iraq potrebbe scattare molto presto, anche nell'arco delle 24 ore successive. Lo spiega l'ex generale dell'Air Force, oggi in pensione, David Deptula, parlando al Daily Beast.
«Se vengono fornire alle Forze Armate le informazione di intelligence necessarie - ha detto il generale - si può partire con gli attacchi aerei entro 24 ore. Ci sono una varietà di mezzi per farlo, come voli a lungo raggio, velivoli di alto carico o più piccoli».
Del resto, nella zona, ci sono molte basi Usa che ospitano decine di caccia bombardieri, tutte dentro il raggio d'attacco per l'Iraq. Oltre ai celebri droni, c'è la portaerei U.S.S. George H.W. Bush distante pochi giorni di navigazione, nel mar arabico, anche lei con decine di altri aerei da combattimento a bordo.
Monta la polemica in Usa: Isis attacca con nostre armi
Intanto monta la polemica in Usa, a destra come a sinistra, su quanto sta succedendo in Iraq. Gli Stati Uniti hanno speso in aiuti militari all'Iraq circa 14 miliardi di dollari. E tantissime di quelle armi, di quei mezzi armati, ora sono nelle mani dei radicali sunniti del Isis che minacciano Baghdad. Sono molti i commenti di questo tipo che si leggono in queste ore sui social media in America. Da un lato i pacifisti, dall'altro i difensori dei contribuenti: tutti uniti nel criticare la strategia degli Stati Uniti che ha portato a questo paradosso. Del resto, lo stesso Pentagono ha confermato che moltissimi dei mezzi militari in mano al Isis sono americani, sottratti proprio all'esercito iracheno che nelle ultime ore spesso ha lasciato il campo senza nemmeno combattere.
Gran Bretagna: aiuti umanitari per 3,7 mln euro
La Gran Bretagna ha stanziato aiuti umanitari d'urgenza destinati alla popolazione civile irachena per 3,7 milioni di euro: lo ha reso noto il Ministero per la Cooperazione internazionale britannico.
Mercoledì scorso Londra - che ha di nuovo escluso qualsiasi coinvolgimento a livello militare - aveva inviato una squadra di esperti sul terreno per valutare le necessità della popolazione: una parte degli aiuti verrà versata direttamente a delle ong presenti nella regione per la fornitura di acqua potabile, medicinali di base e altri generi di prima necessità, mentre il resto andrà all'Alto Commissariato per i Rifugiati (Unhcr) epr l'assistenza e la sicurezza dei profughi.
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