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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2014 alle ore 14:55.
L'ultima modifica è del 16 giugno 2014 alle ore 08:39.

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Guerini: sì al confronto, ma in streaming
Non la pensa così il il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini che risponde positivamente all'apertura al dialogo di Salvini e Grillo, ma ad alcune condizioni. «Visti i precedenti con i 5 Stelle» (il riferimento è al rifiuto di un confronto nel merito da parte di Grillo durante il faccia a faccia con Renzi ai tempi delle consultazioni per il governo, ndr) «suggeriamo comunque l'adozione dello streaming per eventuali incontri futuri», chiosa Guerini. E Di Maio di rimando: «Sono felice del fatto che il governo abbia accolto la nostra proposta di incontro sulla legge elettorale». Con l'assicurazione-rettifica: «lo streaming si farà». Guerini, ad ogni modo fissa un paio di altri paletti. A partire dalla necessità di tenere insieme riforme istituzionali e legge elettorale, senza stravolgere l'impianto dell'Italicum. «Il Pd è pronto a confrontarsi con tutti - spiega - sapendo bene che per noi la priorità restano le riforme istituzionali: Senato, titolo V e legge elettorale che garantisca governabilità e certezza di chi vince e chi perde».

Domani richiesta incontro a Renzi
L'incontro tra Matteo Renzi ed i rappresentati del M5S per discutere della legge elettorale potrebbe tenersi già nei prossimi giorni . Domani, i capigruppo cinquestelle invieranno una richiesta formale di incontro al premier per aprire un confronto. Lo si apprende da fonti parlamentari.

Il proporzionale corretto del M5s
Nel post Grillo e Casaleggio ricordano la discussione avviata on line con gli iscritti sulla legge elettorale «seguita da un voto, su ogni singolo punto possibile di una nuova legge, con l'aiuto del professor Giannulli». Una legge «di impronta proporzionale, non scritta su misura per farci vincere come è stato per l'Italicum, scritto per farci perdere». Un sistema elettorale proporzionale corretto che provoca uno sbarramento anche grazie alla dimensione intermedia delle circoscrizioni, con la possibilità di esprimere preferenze ma anche «penalizzazioni» di candidati sgraditi.

Salvini a Renzi: facciamo le riforme insieme
Insomma, al Senato sembra di nuovo in discussione tutto: dalla riforma del medesimo avanzata da Renzi, alla mofifica del Titolo V, alla legge elettorale finora cristalizzata nel cosidetto Italicum, approvato da Montecitorio. Tutti, non solo la Lega, Forza Italia e Ncd, ma ora anche il M5s sembra abbiano qualcosa da dire. E cercano Renzi per un'interlocuzione. Oggi il segretario della Lega Matteo Salvini ha aperto ufficialmente la porta al premier sulla riforma del Senato e sulla collegata riforma del Titolo V della Costituzione. Ponendo come condizione «una sterzata decisa rispetto al neocentralismo del governo», redistribuendo «le competenze oggi concorrenti tra Regioni e Stato.

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