Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2014 alle ore 11:32.
L'ultima modifica è del 18 giugno 2014 alle ore 14:13.

My24

L'Argentina pagherà, ma con modalità diverse da quelle imposte dalla Corte suprema degli Stati Uniti. Il governo di Buenos Aires, nella complessa vicenda del rimborso del debito, sceglie una "terza via": il ministro dell'Economia, Axel Kicillof, ha annunciato che il governo intende avviare i passi necessari «per pagare il debito ristrutturato in Argentina e sotto la legge argentina», ma ha aggiunto che i fondi avvoltoi «no pasaran» e non riusciranno a scardinare la ristrutturazione del debito già completata. Intanto però apre a una trattativa con gli americani.
È questa la strategia finanziaria illustrata ieri da Kicillof. Una linea di massima che verrà dettagliata e negoziata nelle prossime due settimane.

La sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti, ricordiamo, obbliga l'Argentina a pagare 1,33 miliardi di dollari agli hedge funds (Nml e Aurelius) che non hanno accettato il concambio. Solo dopo aver onorato questo debito, la sentenza consente il pagamento delle cedole a chi ha aderito al concambio del 2005 e 2010.
Il ministro Kicillof ha spiegato che se il Governo pagasse 1,33 miliardi di dollari, in contanti e in una sola tranche, agli hedge funds, si aprirebbe il baratro di un'immediata richiesta, per 15miliardi di dollari, da parte di altri creditori che non hanno accettato le offerte del governo argentino. Ma 15 miliardi di dollari costituiscono la metà delle riserve della Banca centrale argentina. Ecco perché la presidenta Cristina Fernandez de Kirchner ha accusato il giudice Thomas Griesa di voler spingere l'Argentina verso il default.
Infine il ministro dell'Economia ha aggiunto che non è possibile negoziare con i fondi avvoltoio, operativi con un metodo ben noto: acquistare a prezzi stracciati titoli in default per poi reclamare nei tribunali il 100% del loro valore. Una strategia già utilizzata in Perù, Ecuador e Panama.
Kicillof ha poi ricordato che non sono stati i governi di Nestor Kirchner e di Cristina Fernandez a provocare un indebitamento così grave, quello degli anni '90. (La coppia presidenziale governa dal 2003, ndr). Bensì i governi precedenti, guidati da Carlos Menem, sempre appoggiati dal Fondo monetario internazionale.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi