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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2014 alle ore 08:11.
L'ultima modifica è del 22 giugno 2014 alle ore 19:11.

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Non è detto che il 730 precompilato sarà davvero una grande semplificazione per i contribuenti. E per commercialisti e centri di assistenza fiscale potrebbe trasformarsi in un aggravio di responsabilità. Questa è l'opinione di alcuni addetti ai lavori sull'invio ai cittadini della dichiarazione dei redditi già compilata, che è la parte di maggior impatto mediatico del Dlgs di semplificazioni fiscali varato l'altro ieri dal Consiglio dei ministri.

Ma qualcun altro è più possibilista e non vede problemi, anzi un'opportunità professionale in più. Tutti, invece, sono d'accordo nel definire positive le altre novità del dlgs.
A un primo sguardo, le maggiori difficoltà sembrerebbero legate alla grande quantità di dati che dovranno essere raccolti ed elaborati e al poco tempo a disposizione per completare le procedure (si vedano le schede sulla destra). Ma secondo Alessandro Solidoro, presidente dell'Ordine di Milano, questo potrebbe essere addirittura un vantaggio: «Con il 730 precompilato è lo Stato a dover effettuare un adempimento e il fatto che si sia dato una tempistica serrata per portarlo a termine lascia pensare che sia in grado di rispettarla. E, anche in caso contrario, stavolta l'incertezza che si crea con le proroghe dell'ultimora non ricadrà su di noi».
Invece, ascoltando le associazioni di categoria, emergono altre due questioni: il rischio che il 730 precompilato si riveli inutile per molti (perché spesso potrebbe contenere dati sbagliati) e la grande responsabilità addossata a professionisti e Caf, cui spetta "vistare" le correzioni ai dati riportati dall'agenzia delle Entrate nel 730.
«Nella gran parte dei casi – dice Marco Cuchel, presidente dell'Associazione nazionale commercialisti – il 730 precompilato andrà rettificato: l'agenzia delle Entrate lo prepara avendo a disposizione (almeno per il primo anno, ndr) solo pochi dati su deduzioni e detrazioni. Basta che il contribuente si sia sottoposto a una visita medica privata o abbia fatto una donazione e già il 730 va corretto. A quel punto, s'innesta l'altro grosso problema della procedura per com'è stata concepita: la disparità tra chi accetta i dati del modulo (gli viene garantito che non sarà sottoposto ad accertamento) e chi invece li rettifica. In quest'ultimo caso, occorre procurarsi un visto di conformità, che per noi commercialisti comporta l'assunzione di una pesante responsabilità sulla quale non siamo nemmeno coperti dalla nostra assicurazione obbligatoria».

Sulla responsabilità ci sono però opinioni divergenti: Valeriano Canepari (presidente della Consulta nazionale dei Caf) concorda e aggiunge di aver stimato che in caso di errore il dover pagare imposta e sanzioni può minare la stabilità economica dei Caf, mentre Domenico Posca (presidente dell'associazione sindacale Unico) vede il visto come un modo per ottenere un riconoscimento alla professionalità che – se adeguatamente remunerato – avvicina sempre più il lavoro del commercialista alla consulenza, lasciando ad altri il mero disbrigo di adempimenti.
Anche il presidente dell'Ordine di Napoli, Vincenzo Moretta, vede quest'opportunità e aggiunge che ai commercialisti non importa perdere lavoro su questo fronte, a patto che il loro ruolo venga riconosciuto su fronti più qualificanti, come già inizia ad accadere e dovrà accadere sempre più.
Solidoro concorda sulla responsabilità che valorizza il lavoro del professionista, ma puntualizza che egli non può rispondere di tutto: si dovrebbe distinguere tra l'errore tecnico o addirittura il concorso col cliente evasore e il visto dato interpretando correttamenti i dati errati o incompleti forniti dal cliente.
Ma il sistema dell'invio dei dati da parte dei sostituti d'imposta e delle ricezione del 730 da parte del contribuente funzionerà? Canepari assicura la massima collaborazione dei Caf, ma chiede che l'agenzia delle Entrate studi bene tutta la parte attuativa dell'operazione e dia disposizioni precise.
e sostituti d'imposta che prestano assistenza fiscale dovranno inviare a loro volta telematicamente alle Entrate le dichiarazioni predisposte
e il loro risultato finale (modello 730/3)
N.T

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