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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2014 alle ore 09:18.
L'ultima modifica è del 30 giugno 2014 alle ore 11:31.

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L'arresto per corruzione dell'ex presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, era già stato rigettato, nel marzo scorso, dal gip Francesco De Falco Giannone in relazione alla seconda tranche dell'inchiesta sul Sistri, il servizio di tracciamento dei rifiuti. Allora, il giudice aveva ritenuto insussistenti i gravi indizi di colpevolezza a suo carico ma il risultato di ulteriori e nuove attività investigative ha portato oggi a una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari: per i pm di Napoli, dunque, è stata raggiunta la prova che il vertice della holding della Difesa abbia raccolto fondi neri per foraggiare i propri «sponsor politici».

A Guarguaglini, in particolare, viene contestata una tangente da 800mila euro.
Sfuriate e mazzette. Nell'indagine sul Sistri, il nome dell'ex numero uno spunta nei verbali di alcuni degli indagati della prima ora che confessano ai pm il sistema delle false fatturazioni per la creazione di provviste extra-bilancio. L'ex amministratore delegato di "Selex service managment" Sabatino Stornelli parla, ad esempio, di consegne di denaro ai vertici della società in borsoni da calcio. E aggiunge: «Angeloni spesso si rivolgeva a me con toni intimidatori, rappresentandomi che Guarguaglini era arrabbiato con me. E io riscontravo spesso la circostanza nelle riunioni gestionali». Vincenzo Angeloni è una delle eminenze grigie di piazza Montegrappa, medico personale dell'ex presidente e di sua moglie Marina Grossi. È lui, secondo i pm, l'uomo-cerniera tra le aziende fornitrici e il management apicale della multinazionale.

Fondi neri dalla Svizzera
Il fratello di Sabatino, l'imprenditore Maurizio Stornelli riferisce invece di una operazione finanziaria, compiuta a Lugano, ad opera della cricca legata agli appalti Sistri. «Si è trattato di un modo per avere soldi in contanti subito disponibili nell'ordine di circa un milione/un milione e mezzo – si legge nel verbale di interrogatorio allegato all'ordinanza di custodia cautelare a carico di Guarguaglini –. Questi soldi mi furono chiesti da Angeloni nel bar sotto casa di mio fratello a Roma, in via Liberiana, dove lui veniva spesso, e servivano a suo dire per le esigenze della squadra di calcio "Pescina Valle del Giovenco" e per le necessità non meglio precisate dal vertice di Finmeccanica e cioè di Guarguaglini e Borgogni». Specificando, subito dopo: «Testualmente, lui riferiva che servivano "per su, per il settimo piano"... dove si trova il quartier generale di Finmeccanica con gli uffici di Guarguaglini e Borgogni».

Calcio e appalti
Il club abruzzese è assai caro agli ex vertici di Finmeccanica. Come conferma l'imprenditore napoletano Francesco Paolo Di Martino, il titolare di alcune delle società cartiere in affari coi protagonisti della storia. «Anche il mio ingresso e il mio diretto impegno economico nella società di calcio "Pescina Valle del Giovenco" fu chiesto dall'ing. Sabatino Stornelli... e tutti i pagamenti fatti da me direttamente per la società rientrano nel medesimo accordo fraudolento. Così la fattura di 10.500 euro da me pagata per la fornitura di vino aveva sempre il medesimo scopo. Ed il pagamento mi fu molto sollecitato da Sabatino Stornelli che diceva che la cosa stava molto a cuore al presidente Guarguaglini e a Borgogni». Di Martino ha poi aggiunto che «anche molti dipendenti e calciatori della squadra mi confermarono l'interesse di Guarguaglini» nel club.

I politici di riferimento
I soldi delle false fatturazioni sarebbero serviti, secondo gli inquirenti, per finanziare i politici e i partiti di riferimento. Tra cui il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, indagato per finanziamento illecito a Roma sulla base proprio degli atti trasmessi dai colleghi napoletani titolari del fascicolo Sistri. Cesa ha «fermamente» respinto «ogni addebito» facendo rilevare che «la dinamica dei fatti descritti appare tuttavia incoerente e priva di ogni logica, atteso che i presunti finanziamenti sarebbero passati attraverso ben tre diversi soggetti per poi giungere all'Udc».

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