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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2014 alle ore 06:36.
L'ultima modifica è del 25 agosto 2014 alle ore 13:45.

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Andrea Orioli ha fondato con altri tre giovani Fluidmesh Networks e PantasceneAndrea Orioli ha fondato con altri tre giovani Fluidmesh Networks e Pantascene

Una serie di colpi di arma da fuoco in rapidissima sequenza rompe il silenzio della notte di un buio quartiere periferico di Washington. Siamo in un'area commerciale in fase di riqualificazione praticamente deserta. Il suono non è però sfuggito a uno dei sensibilissimi sensori disseminati nella città e collegati wireless. L'invisibile orecchio elettronico codifica subito il rumore come pericoloso dando l'allarme in tempo reale alla centrale di sorveglianza della Polizia. L'agente di turno, visualizzato immediatamente sulla grande mappa elettronica della città il punto preciso dove sta avvenendo la sparatoria, accede ad alcune telecamere esterne di imprese private e di enti pubblici nella zona e le direziona esattamente sul luogo incriminato.

In pochi click le immagini di due bande di spacciatori appaiono sugli schermi del centro di controllo, mentre già le pattuglie convergono sulla zona…
No, non è la forzatura di una delle tante fortunate serie televisive ad alta tensione dove, in 45 minuti, si risolvono complicatissimi casi, ma l'ultima realizzazione di una società già operativa che ha le radici in una start up italiana. La quale proprio negli Stati Uniti ha trovato la strada del successo.

Facciamo, però, un passo indietro di dieci anni. Al Politecnico di Milano si svolge il premio Start-Cup, coordinato dal professor Giuseppe Serazzi, responsabile dell'Acceleratore di impresa dell'ateneo milanese. Secondo nella competizione dedicata a idee di imprese innovative arriva un giovane ingegnere, Andrea Orioli, che presenta il progetto WIFI-e, basato sulla trasmissione di dati senza fili. Inizia così l'attività all'interno dell'Acceleratore, scoprendo che altri tre giovani italiani - Torquato Bertani, laureato anch'egli al Politecnico di Milano, Umberto Malesci e Cosimo Malesci, laureati al Mit di Boston - stanno lavorando proprio nella città americana su un progetto analogo. Grazie a internet gli scambi di idee viaggiano veloci e i quattro decidono così di unire le forze dando vita a Fluidmesh Networks, diventata in pochi anni leader nelle tecnologie wireless di controllo per città, porti e aeroporti grazie anche all'ingresso di due fondi di private equity. Poi il passo successivo con lo spin-off Pantascene realizzato da Orioli. È una storia esemplare di come con la tenacia, i sacrifici, ma anche con la preparazione e il coraggio, i nostri ragazzi possano accettare e (a volte) vincere le sfide in mercati altamente competitivi.

«Oggi - spiega Orioli - c'è la necessità strategica di ottenere informazioni in tempo reale su quanto sta accadendo non solo nelle città, ma anche, per esempio, in grandi strutture industriali con produzioni pericolose o nei trasporti. Grazie alla tecnologia cloud e ai nostri sistemi protetti da numerosi brevetti, riusciamo non solo a far dialogare tra di loro sistemi di sorveglianza della Polizia, ma a collegarli con altre reti di telecamere private e di sensori. In questo modo la città di Boston, teatro del tristemente famoso attentato durante la maratona annuale, ora ha il controllo completo del territorio nel corso di tutte le manifestazioni oppure le forze dell'ordine di Washington DC sono in grado di individuare, appunto, il luogo esatto e di visualizzare la scena dove sono stati esplosi dei colpi di arma da fuoco. O, ancora, si è potuta avere la visione totale e coordinata di tutte le telecamere durante l'ultimo Superbowl».

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