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Immigrazione, Corte Strasburgo condanna Italia per espulsioni. Altre…

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emergenza sbarchi

Immigrazione, Corte Strasburgo condanna Italia per espulsioni. Altre quattro vittime nel Canale di Sicilia

La Corte europea per i diritti umani ha condannato l’Italia per aver violato i diritti di 3 immigrati clandestini tunisini nel settembre 2011 (governo Berlusconi IV, Roberto Maroni ministro dell’Interno). Salvati in mare, detenuti nel centro di Lampedusa ed espulsi in base all'accordo bilaterale con la Tunisia ma senza rispetto del diritto alla valutazione delle posizioni personali, dovranno essere risarciti con 10mila euro a testa. Continuano intanto nel Canale di Sicilia le operazioni di soccorso. E cresce il bilancio delle vittime. I cadaveri di quattro migranti sono stati trovati su un gommone soccorso da una nave della Marina militare a circa 50 miglia dalla Libia: 112 le persone salvate. La nave Dignity One, di Medici senza Frontiere, ha prestato soccorso la scorsa notte a circa 300 migranti che erano su tre gommoni diretti dalla Libia verso l'Italia. Questa mattina la nave Fulgosi, della Marina militare ha soccorso un gommone con a bordo 109 persone.

Immigrazione:espulsioni, Strasburgo condanna Italia
I giudici di Strasburgo hanno stabilito che lo Stato italiano ha sottoposto i tre uomini a un trattamento degradante a causa delle condizioni in cui sono stati tenuti nel centro di soccorso e prima accoglienza di Contrada Imbriacola a Lampedusa. Inoltre i togati hanno condannato l'Italia per la violazione del diritto alla libertà e alla sicurezza dei tre tunisini, perché questi sono stati detenuti senza che alcuna legge lo prevedesse, non sono stati informati dei motivi per cui erano trattenuti e infine non sono potuti ricorrere davanti a un tribunale italiano contro questa decisione delle autorità. La Corte ha infine stabilito che l'Italia ha violato il divieto alle espulsioni collettive di stranieri nel momento in cui ha rimpatriato in Tunisia i tre uomini senza aver prima condotto un'analisi sulla situazione specifica a ciascuno di loro. La Corte ha deciso che l'Italia dovrà versare a ciascuno dei tre tunisini 10 mila euro per danni morali. La sentenza diverrà definitiva tra 3 mesi se le parti non richiederanno e otterranno un riesame.

Trovati 4 cadaveri su gommone
Si allunga intanto la lista delle vittime nel Mediterraneo. I cadaveri di quattro migranti sono stati trovati su un gommone soccorso da una nave della Marina militare a circa 50 miglia dalla Libia: 112 le persone salvate. In un primo intervento di soccorso, la nave della Marina militare Cigala Fulgosi ha salvato 109 migranti che si trovavano su un barcone. Subito dopo è cominciato il soccorso ad un secondo gommone, dove sono stati recuperati i 112 migranti e i quattro corpi senza vita. La nave Dignity One, di Medici senza Frontiere, ha prestato soccorso invece la scorsa notte a circa 300 migranti che erano su tre gommoni diretti dalla Libia verso l'Italia. La stessa nave ieri aveva preso a bordo altri cento migranti.

Oim: oltre 350mila sbarchi e 2643 vittime nel Mediterraneo
In base agli ultimi dati pubblicati dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni, sono 2.643 i migranti che hanno perso la vita ad oggi nel Mediterraneo. Di questi la maggior parte (2.535) sono deceduti nel tentativo di attraversare su barconi o gommoni il Canale di Sicilia, definita non a caso la rotta «più letale». Quanto agli sbarchi, hanno superato quota 350mila (sono 351.314) e di questi 114.276 hanno come approdo l’Italia e 235.778 la Grecia.

Libia, inviato Onu incontra fazioni a Istanbul
L'inviato speciale dell'Onu per la Libia, Bernardino Leon, incontra oggi a Istanbul, in Turchia, rappresentanti del Congresso nazionale generale libico, il Parlamento di Tripoli non riconosciuto dalla comunità internazionale, per discutere del proseguimento del processo di Dialogo tra le fazioni libiche. L'obiettivo è convincere la delegazione di Tripoli a partecipare alla nuova sessione di Dialogo tra le fazioni per porre fine alla crisi politica e al conflitto. L'incontro di Istanbul arriva infatti a due giorni dal nuovo round del dialogo politico previsto per giovedì e venerdì a Ginevra. Ma intanto la situazione in Libia resta esplosiva. Il quotidiano on line Libya Herald riporta la notizia che il controllo del Mellitah Gas processing plant (impianto di trasformazione) a Mellitah sarebbe stato preso da un gruppo armato chiamato “I rivoluzionari dell'area occidentale”. Ma la notizia smentita però dalla Mellitah Oil and Gas, contattata dall'Ansa. Il Mellitah Gas processing plant è nato da una joint venture fra l'italiana Eni e la compagnia petrolifera nazionale libica Noc.

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