Lifestyle

De Boer, Inter e... Juventus: tre imputati (uno a…

  • Abbonati
  • Accedi
contropiede

De Boer, Inter e... Juventus: tre imputati (uno a sorpresa)

Tre protagonisti sotto accusa, uno dei quali (la Juventus) a sorpresa. La nona giornata ci regala molti spunti di riflessione, e per semplicità conviene partire da quello che porterà via meno tempo: la Juventus. Viene da ridere a criticare una squadra che ha 21 punti dopo nove giornate, che guida la classifica e che ha senza dubbio alcuno la rosa più forte di tutta la Serie A. Ma la risata si spegne quando si realizza che le critiche, serene e circostanziate, iniziano a venire dall’interno: prima Buffon, che aveva stigmatizzato l’atteggiamento della squadra dopo la gara di Champions contro il Lione (vinta 1-0 in trasferta). Sabato sera Barzagli, con la stessa sincerità. Così non basta, dicono i due big juventini, ed è difficile dar loro torto.

La gara di Champions è stata vinta soprattutto grazie alle parate strepitose del capitano, che ha di fatto salvato capra e cavoli per una Vecchia Signora assai poco brillante. Quella di campionato è stata persa contro il Milan, pur con la doverosa sottolineatura di un gol valido annullato ai bianconeri, ma è stato lo stesso Barzagli a dire che non può valere come scusa. Higuain isolato dal gioco e poco servito, centrocampo in affanno e in attesa della «cura Marchisio», ammesso che basti, difesa che non è più la difesa granitica che fino allo scorso anno era in grado di sigillare qualsiasi azione avversaria.

L’ho scritto a inizio anno: con la partenza di Pogba la Juventus, che pure si è rinforzata nel complesso della rosa rispetto alla scorsa stagione, è diventata più difficile da mettere in campo come 11 titolare. E in questo modo fa più fatica. Allegri ha meno tempo di quanto si pensi per trovare una quadra: dopo il girone (che sarebbe criminale non superare...) le gare di Champions sono da dentro o fuori. E non possono prescindere da una Juventus pronta a girare alla perfezione in ogni reparto. Oggi invece soffre soprattutto quando trova qualcuno in grado di giocare senza timori reverenziali (come ha fatto il Milan e, qualche settimana fa l’Inter) ed è difficile credere che Real o Bayern possano affrontare una sfida con la Vecchia Signora avendo paura prima di scendere in campo. Vedremo.

Il riferimento all’Inter spiana la strada al dibattito sui primi due grandi imputati di inizio stagione: De Boer e l’Inter. Dico subito che l’allenatore qualche colpa deve pur averla, se no il suo ruolo sarebbe del tutto inutile. Ma non credo che abbia tutte le colpe come adesso si vuol far credere, e nemmeno che sia il colpevole principale di una situazione al limite dell’incredibile. I nerazzurri hanno una rosa più forte e completa di quella dello scorso anno, hanno inserito giocatori come Banega, Joao Mario e Gabigol che non si dicutono come valore, anche se il giovane talento brasiliano finora è stato ai margini.Eppure nulla, o quasi, è cambiato: perchè, a essere sinceri, se qualcosa è cambiato è cambiato in peggio.

Però, come dicevo su De Boer bisogna essere onesti: è arrivato come salvatore della patria due mesi fa, osannato come teorico di un calcio finalmente basato sul gioco e su possesso palla. Poi, al primo intoppo, è stato costretto a ripiegare su un sistema di gioco che privilegia la copertura e che lui non conosce, perché lontanissimo dalla mentalità olandese in fatto di calcio.

Ma non è questo il vero tema da discutere: il vero tema è l’Inter, a partire dalla società. Dove il nuovo proprietario lascia scegliere l’allenatore al vecchio presidente (Thohir) che è ancora il presidente in carica nonostante da ogni parte venga sbadierato l’imminente addio del medesimo con relativa cessione delle quote societarie. Una società dove si parla apertamente del rientro alla presidenza di Massimo Moratti, così tanto per dare un altro punto di riferimento a cui guardare. Ma a forza di guardarsi in giro, si perde la capacità di mettere a fuoco.

De Boer oggi viene dipinto come un incapace, ma è arrivato in un’Inter che dopo il Triplete del 2010 si è avvitata su sé stessa: sono arrivati in sequenza un sesto, nono, quinto, ottavo e quarto posto in campionato, mancando sempre la qualificazione alla Champions e per due volte anche l’Europa League. Competizione dove, quando l’ha giocata, non è mai andata oltre gli ottavi. Il massimo traguardo raggiunto nello stesso periodo è stato, per due volte, la semifinale di Coppa Italia. I mali in campo, a partire da un attacco asfittico e una difesa imbarazzante, sono rimasti lì, sotto gli occhi di tutti, indipendentemente da chi fosse seduto in panchina.

Siamo proprio sicuri che sia tutta colpa di De Boer? Io, sinceramente, qualche dubbio ce l’ho... A meno di non credere che sia l’allenatore olandese a dire a Santon di falciare un avversario in piena area di rigore quando è inutile farlo, perché alle spalle ci sono almeno tre compagni pronti a intervenire su una situazione molto lontana dall’essere pericolosa. A meno di non credere che sia l’allenatore a dire ai vari difensori che di volta in volta si alternano in campo che, quando arriva un avversario, invece di andargli incontro per contrastarlo fuori area devono rinculare e portarli in piena area di rigore. Errori tecnici in piena regola che i giocatori portano come colpa sulle proprie spalle. Anche perché non ci spiega come mai Miranda, se davvero De Boer è così sciagurato, continua a giocare come prescritto dalla divina Eupalla di breriana memoria. Nella pessima (ma vittoriosa, anche se in modo casuale) partita contro il Southampton proprio Miranda ha giocato una gara magistrale, mentre i suoi compagni di reparto ne combinavano peggio di Bertoldo.

Sia chiaro: pagherà De Boer, con ogni probabilità. Ma i giocatori hanno molte più colpe perché in campo ci vanno loro, perché essendo professionisti non possono non sapere cosa fare in certe situazioni (e scelgono sempre la cosa sbagliata), perché non mettono in campo nemmeno un briciolo di voglia e di grinta. Colpa dell’allenatore, che non li motiva? Se a quei livelli uno ha bisogno del motivatore, forse è meglio che cambi sport...

Come sempre, buon campionato a tutti.

© Riproduzione riservata