Periodicamente viene rilanciata la proposta di introdurre un salario minimo legale anche in Italia. Con modalità diverse. Ultimo il responsabile del programma elettorale del Pd, Tommaso Nannicini, favorevole ad un «salario minimo legale che abbracci tutti i lavoratori, all'interno di una nuova cornice per il nostro sistema di relazioni industriali, che combatta i contratti-”pirata” e tuteli la funzione di garanzia del contratto nazionale». Una proposta alla quale il segretario dem Matteo Renzi ha detto di «tenere molto», parlando di «un salario minimo legale tra i 9 e i 10 euro l'ora».
Salario minimo in 22 Paesi Ue
Eurostat certifica che a luglio 2017, ben 22 dei 28 Stati dell'Unione europea avevano un salario minimo. Tra i sei Paesi che ne sono sprovvisti l’Italia è in compagnia di Danimarca, Cipro, Austria, Finlandia e Svezia. Più in generale si può sostenere che il ricorso al salario minimo caratterizza quei Paesi in cui c'è una limitata copertura dei contratti nazionali o il sindacato è poco rappresentativo, e si opta per fissare una soglia minima di riferimento per via legale anzichè attraverso la contrattazione. L’Italia non ha applicato questo istituto, dal momento che la contrattazione copre circa l’84% dei lavoratori. Nell'individuazione di questa soglia la maggior parte dei Paesi prevede la creazione di commissioni con rappresentanti delle parti sociali e studiosi, altri (gli Usa ad esempio) affidano al governo l’individuazione della soglia minima.
Il quadro europeo
Nella Ue si va dal minimo dei 235 euro mensili della Bulgaria al massimo dei 1.999 euro del Lussemburgo. Eurostat suddivide i Paesi in tre gruppi. Bulgaria, Lituania, Romania Lettonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lettonia e Polonia registrano un salario minimo nazionale inferiore ai 500 euro. Portogallo, Grecia, Malta, Slovenia e Spagna si collocano tra 500 e mille euro (Portogallo fanalino di coda con 650 euro e Spagna in testa con 826). Mentre Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio Irlanda e Lussemburgo sono tutti sopra i mille euro, con il record citato prima del Lussemburgo.
Le criticità per le imprese
Uno dei problemi, pertanto, è relativo all'individuazione della soglia del salario minimo legale. Nel 2016, quando montò il dibattito all’interno del Jobs act, si faceva riferimento ad un range di 6,5- 7 euro l'ora, pari al 50-60% del salario mediano delle imprese italiane. Perchè se si fissa l’asticella troppo in alto, a causa dell’aumento del costo del lavoro le aziende per adeguarsi sono spinte a ricorrere a licenziamenti, o a sostituire manodopera con macchinari, o a rivalersi sui prezzi finali di un prodotto a danno dei consumatori.
I timori del sindacato
Sindacati e imprese sono contrari perchè preferiscono che siano i contratti a fissare i livelli retributivi, mentre con il salario minimo legale si mette a rischio l’autorità salariale fissata dai Ccnl, peraltro più in grado di cogliere le differenze settoriali. Per i sindacati in Italia vi sono già 868 contatti nazionali, il problema risiede più nei controlli che mancano visto che secondo il Cnel per i due terzi sono “pirata” , cioè stipulati da organizzazioni non rappresentative con livelli retributivi largamente inferiori a quelli dei settori di riferimento. Certo è che il salario minimo per via legale rappresenta un ridimensionamento del ruolo delle parti sociali.
Tra i favorevoli c’è il presidente Inps, Tito Boeri
Per Boeri «l’attuale sistema contrattuale su due livelli non funziona» e andrebbe sostituito con un «salario minimo orario legale che valga per tutti». I fautori sottolineano come vi sia un gran numero di lavoratori - in primis gli autonomi, ma anche gli addetti alla filiera dei lavori saltuari legata alle App-, ai quali non si applicano i contratti collettivi nazionali. Per loro il salario minimo legale potrebbe rappresentare un riferimento di livelli retributivi sotto i quali non si dovrebbe scendere. Anche se - va ricordato- il salario minimo legale riguarda generalmente il lavoro subordinato (per gli autonomi si parla di equo compenso): non vi sarebbe nessun riconoscimento automatico per una vera partita Iva che chiamasse in giudizio il committente per una retribuzione inferiore.
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