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Dossier Di Maio: «No a larghe intese o alleanze, ma non lasceremo il Paese…

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Dossier | N. 177 articoliElezioni 2018-Ultime notizie, interviste e video

Di Maio: «No a larghe intese o alleanze, ma non lasceremo il Paese nel caos»

«Non siamo disposti a larghe intese o a alleanze, ma non lasceremo il Paese nel caos». Lo afferma il capo politico del M5S Luigi Di Maio a “In mezz'ora in più” (Raitre), dopo aver smentito gli scenari che vorrebbero allo studio un governo del M5S con la sinistra. A una settimana dal voto del 4 marzo la linea dei pentastellati ribadita dal vicepresidente della Camera esclude qualsiasi discussione su poltrone e ministeri con i potenziali alleati «ma se vogliamo mettere insieme i singoli temi con cui costruire il programma di lavori della legislatura, noi ci siamo. Firmiamo un contratto su un programma», chiarisce Di Maio.

«Il 4 marzo sfida tra noi e centrodestra, centrosinistra è finito»
«Noi siamo al 30% con picchi del 35-36% al Sud. Se gli italiani decidono di votare o per noi o per Brunetta all'Economia (l'unico nome finora indicato dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi di un Governo guidato dal centrodestra, ndr) ci permetteranno di arrivare oltre il 40%», ha aggiunto Di Maio, ribadendo che la sfida orami è «tra noi e il centrodestra, non il centrosinistra che è finito». Alla conduttrice Lucia Annunziata che chiede se ritenga aumentata la distanza tra M5S e Lega Di Maio replica: «Io non mi fido di nessuno e spero che gli italiani impediscano al centrodestra di Berlusconi di raggiungere un risultato notevole. Questi qui, a differenza di Berlusconi e Bossi, litigano dalla mattina alla sera».

Primi nomi per i ministeri: «All’Ambiente il generale Costa»
«Questa sarà la settimana in cui il M5S presenterà al Colle una proposta di ministri - ricorda poi il candidato premier pentastellato - e lo facciamo prima proprio per spiegare agli italiani su quale patrimonio umano dovrebbe investire lo Stato». La squadra dei ministri M5S verrà rivelata a tappe, nel corso dei prossimi giorni, ma Di Maio anticipa comunque il nome in lista per un ministero minore, quello dell'Ambiente, ritenuto comunque «centrale per il governo italiano» perché «di Terra dei Fuochi ce n'è una in ogni Regione». In caso di incarico da presidente del Consiglio, spiega Di Maio scoprendo una carta, «ho intenzione di proporre un servitore dello Stato, il generale di Brigata dell'Arma dei Carabinieri Sergio Costa».

L’incontro con il segretario del Quirinale? «Cortesia istituzionale»
e ragioni Per il resto, nel Governo M5S «ci saranno donne nei ruoli chiave e avremo un ministero alla qualità della vita e al benessere dei bambini che sarà ricoperto da una donna. Non sarà una squadra di belle figurine ma persone che hanno messo testa e cuore nelle loro attività. La divisione tecnici e politici è superata, l'idea è dare all'Italia le persone giusto al posto giusto». Poi chiarisce le ragioni per le quali nei giorni scorsi ha chiesto (e ottenuto) un incontro al segretario generale della Presidenza della Repubblica, ricevendo l'accusa di scorrettezza istituzionale. «Non voglio usare il Quirinale per questa campagna elettorale - spiega - ma ho chiesto un appuntamento al segretario generale per cortesia istituzionale per comunicare che manterremo l'impegno di proporre i ministri prima delle elezioni e per dire che per cortesia gli farò avere questi nomi, senza nulla pretendere e senza volerlo coinvolgere».

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