Sochi 2014 live

My24

Notizie SportOlimpiadi di Sochi, hockey: vittoria Usa ai rigori su Russia, Putin in tribuna

Il dossier contiene (none) articoli
Torna alla home del dossier

Olimpiadi di Sochi, hockey: vittoria Usa ai rigori su Russia, Putin in tribuna

(Ap)(Ap)

Vladimir Putin aveva suonato la carica fino all'ultimo, cenando con loro venerdì sera: «Possiamo perdonare tutto - aveva detto al Dream team che si preparava ad affrontare gli Stati Uniti - tranne l'indecisione. I giocatori di hockey devono lottare per il puck e fare in modo che nessuno possa dire che non hanno dato tutto». Scendendo in campo sabato pomeriggio i russi hanno ubbidito, scatenandosi in attacco, ingaggiando il più possibile fisicamente gli americani. Una partita di girone, nel torneo olimpico di Sochi, ma vissuta come se fossimo già alla finale del 23 febbraio. L'hanno avuta vinta gli americani, dopo un'eternità: al ...rigore, parità fino all'ultimo secondo.

Il Bolshoj, non il tempio di Mosca ma la grande cupola di ghiaccio nata per questi primi Giochi invernali di Russia, è tutto esaurito con i suoi 12mila posti, una distesa di tricolori russi bianco-blu-rossi a fianco dei quali però anche il tifo americano si difende bene, del resto i colori sono gli stessi. Sul campo, il livello della partita è all'altezza delle aspettative, il ritmo velocissimo. Ma il tiro, nei primi venti minuti, è quasi sempre in mano russa. Il primo tempo si chiude 0 a 0.

In palio c'è tantissimo, al di là del passaggio diretto ai quarti di finale per il vincitore del girone. Gli americani vogliono correre a incontrare e battere i canadesi in finale, per vendicare l'oro ceduto a Vancouver nel 2010. I padroni di casa devono invece riscattare un silenzio di più di 20 anni, dopo gli otto ori vinti quasi ininterrottamente dall'Urss, dal 1956 al 1992. E, in mezzo a quelli, c'è ancora il conto aperto con gli americani che nel 1960 ebbero il loro Miracle on Ice, vittoria a Lake Placid contro i sovietici superfavoriti, immortalata in un film.

In un Paese dove l'hockey "è una religione", come ha detto il responsabile del Comitato organizzatore russo Dmitrij Chernishenko, le Olimpiadi di Sochi non potranno essere considerate un successo senza un podio in questo sport. Senza contare che un confronto tra russi e americani è eternamente carico di pensieri che vanno oltre lo sport. Anche se questa volta in campo ci sono rivali per modo di dire, con buona parte dei giocatori russi ingaggiata in America nel massimo campionato statunitense, la National Hockey League. Nessuna cortina di ferro, tra loro.

Il secondo periodo riprende altrettanto intenso, gli americani tengono testa a una Russia scatenata, continuamente vicina al gol, trascinata da "Ovi", Aleksej "Alex" Ovechkin, capitano dei Washington Capitals, luce guida nella Nhl. Forse lui ripensa a Vancouver, quando i tifosi avversari gli gridavano "chicken", in quella terribile partita perduta 7 a 3 contro il Canada, pollo nel senso che noi diamo a coniglio, quel peccato di inadeguatezza che Putin non perdonerà. Ma è il capitano della "sbornaja", Pavel Datsyuk, a segnare il primo gol per la Russia dopo dieci minuti del secondo tempo. Per combinazione, Putin è appena arrivato sugli spalti. Insieme a un gruppo di veterani dell'Afghanistan.

"Fowler, spasibo!" twitta ringraziando Michael McFaul, l'ambasciatore americano in Russia. Il pareggio è firmato da Cam Fowler, difensore degli Anaheim Ducks, si ricomincia tutto da capo e la tensione sale, è così che finisce il secondo tempo. Il terzo parte con gli americani a pagare una penalità e i russi in superiorità numerica per due minuti. Nessuna delle due squadre trova spazi, la Russia sempre più concentrata sul possesso del disco, gli americani in difesa serrata. A dieci minuti dal termine Joe Pavelski porta gli Usa in vantaggio in power play, servendo una penalità, 2 a 1. Si riparte 2 a 2 dopo pochi minuti, grazie di nuovo a Datsyuk, nessuno dà tregua, nessuno si risparmia. A meno di cinque minuti il terzo gol dei russi è annullato perché la porta si era spostata precedentemente, Putin è terreo, il Bolshoj fischia. All'overtime, cinque minuti di supplementari con quattro uomini contro quattro, l'equilibrio tra le squadre le porta ai rigori.

È parità anche con quelli, si va avanti a oltranza, è una sfida infinita. Il portiere Usa Jonathan Quick contro Datsuyk e Ilja Kovalchuk, il russo Serghej Bobrovskij contro T.J. Oshie, che deve aspettare l'ottavo round di tiri per spezzare l'incantesimo e regalare agli americani il 3 a 2. Nessuno va a casa, ma i russi dovranno conquistarsi la promozione con una partita in più, gli Usa passano il turno. Nessun miracolo sul ghiaccio, questa volta, sembra unanime l'opinione che entrambi meritassero la vittoria. La medaglia d'oro, se questa partita fosse stata la finale del 23. Al Bolshoj sperano che sia altrettanto bella.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Altri Dossier Raccomandati

Dossier Dossier

Leggi di più
Dossier Rapporto Puglia

Rapporto Puglia

Leggi di più
Dossier

Più start-up con il Sole

Leggi di più
(Afp) (robertharding)
Dossier I Panama Papers

I Panama Papers

Leggi di più
Dossier Lettera al risparmiatore

Lettera al risparmiatore

Leggi di più
Dossier

AUTORI_LE STRADE DELLA...

Leggi di più
Dossier Rapporto Food & Wine

Foof & Wine

Leggi di più
Dossier

I 150 anni del Sole 24...

Leggi di più
 (Alamy Stock Photo)
Dossier

Franchising

Leggi di più
Dossier Il tesoro in soffitta

Il Tesoro in Soffitta

Leggi di più