Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2013 alle ore 20:23.
L'ultima modifica è del 14 ottobre 2013 alle ore 22:46.

My24

La Commissione europea è pronta ad accendere un faro sul piano di salvataggio di Alitalia. Nel giorno in cui l'assemblea dei soci dell'ex compagnia di bandiera è chiamata ad approvare la manovra finanziaria da 500 milioni di euro che dovrebbe evitare il default del vettore, cresce la tensione attorno alla ricapitalizzazione del gruppo dopo gli appelli a Bruxelles - da ultimo quello odierno di Iag, la holding che controlla British Airways, Iberia e Vueling - affinché intervenga a bloccare l'intervento delle Poste considerato dai più come un aiuto di Stato.

Per il momento Bruxelles resta alla finestra, e solo quando le misure le saranno notificate giudicherà l'eventuale compatibilità del piano con le regole Ue. A chiamare in causa la commissione europeaè stato oggi, come detto, un portavoce di Iag. «Siamo sempre stati contrari agli aiuti di Stato. Si tratta di misure protezionistiche che minano la concorrenza e favoriscono le compagnie aeree in fallimento che non sono al passo con la realtà economica». Noi, ha proseguito, «auspichiamo e ci attendiamo un intervento della Commissione europea affinché sospenda questo aiuto di Stato manifestamente illegale».

I timori inglesi e la cautela di Bruxelles spingono oggi il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi a ribadire che «Non siamo in presenza di aiuti di Stato né li volevamo». Parlando a Zapping 2.0 su Radio Rai 1 il ministro rivendica di aver «solo favorito l'incontro tra privati». British Airways, aggiunge Lupi, «ha tutto il diritto di protestare, difende i suoi interessi. È la dimostrazione che il fallimento di Alitalia aprirebbe il mercato ad altre compagnie».

Sono giorni cruciali quindi per il destino dell'ex compagnia di bandiera. Dopo il board conclusosi a metà pomeriggio e che si è riunito per definire alcuni aspetti tecnici dell'operazione, gli occhi sono ora puntati sull'assemblea degli azionisti che dovrebbe approvare l'iniezione di capitale da 500 milioni di euro (300 a carico dei soci e 200 milioni di linee di credito delle banche pronte a coprire anche fino a 100 milioni dell'eventuale inoptato). Nei giorni scorsi diversi azionisti hanno chiarito le loro intenzioni, ma resta da capire cosa farà Air France-Klm. Secondo la stampa d'oltralpe, il gruppo franco-olandese sembrerebbe restio a sborsare una quota che si aggirerebbe intorno ai 75 milioni di euro dopo averne già tirati fuori 38 per il prestito ponte di febbraio a carico dei soci.

Il confronto tuttora in corso dovrebbe servire anche a fissare il valore assegnato ad Alitalia che, secondo un report di Credit Suisse pubblicato oggi, sarebbe tra 0 e 150 milioni di euro. Un passaggio cruciale per stabilire poi i nuovi assetti azionari: quanto più sarà alto l'attuale valore dell'azienda, tanto più dovranno pagare i nuovi soci come le Poste Italiane che per ora si sono limitati a fissare l'entità del loro apporto (75 milioni di euro) e il non utilizzo dei risparmi postali per coprire l'operazione.

Quanto ad Air France-Klm è difficile al momento formulare previsioni. Secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa francesi, nei giorni scorsi la società avrebbe ribadito all'amministratore delegato dell'Alitalia, Gabriele Del Torchio, le sue condizioni chiedendo un «cambio di strategia» con la «rinuncia ad aprire nuove rotte e acquistare nuovi aerei». Un ridimensionamento in linea con quanto il gruppo sta portando avanti, come detto, in casa propria dove è previsto un piano di riduzione del personale per 2.800 addetti, un recupero di efficienza del 20% e un taglio del debito da 6,5 a 4,5 miliardi di euro.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi