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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2014 alle ore 09:34.
L'ultima modifica è del 16 gennaio 2014 alle ore 10:36.

Il segretario del PD Matteo Renzi. (LaPresse)Il segretario del PD Matteo Renzi. (LaPresse)

Diretta streaming - come nelle grandi occasioni - per la Direzione nazionale del Pd che oggi pomeriggio si riunirà nella sede di via Sant'Andrea della Fratte per fare il punto sulla riforma elettorale ma anche sugli equilibri interni dopo i segnali di fronda lanciati dalla minoranza bersaniana. Il segretario Matteo Renzi intende chiedere un mandato pieno per trattare sulla legge elettorale, compresa Forza Italia, anche in vista del possibile incontro con Berlusconi, nel finesettimana, per siglare l'eventuale intesa intesa che potrebbe maturare in queste ore.

A complicare le cose, sul fronte interno al partito, è però l'ostilità dichiarata dei bersaniani-cuperliani a convergenze con il Cavaliere, che ha portato ieri Alfredo D'Attorre a bocciare il dialogo con Berlusconi e quindi anche i recenti colloqui esplorativi del segretario Pd con Denis Verdini, in parallelo peraltro ad altri incontri a 360°: i centristi di Mario Monti, il leader Ndc Alfano, il segretario di Sel Vendola. Il pressing dei bersaniani sembra comunque rientrare tra le prese di posizione inevitabili ma ininfluenti sulla strategia del partito, come ribadito nel corso della giornata dallo stesso Renzi: «Le regole non le scriviamo a colpi di maggioranza», spiegando così la scelta di confrontarsi con FI.

Allargando lo sguardo alle trattative in corso, la riforma elettorale stenta comunque a trovare la "quadra". Ncd sente il Pd sempre più ostile, dopo l'accelerazione sulle unioni civili e la presentazione di una interrogazione sul caso Shalabayeva. Non aiuta la bocciatura («un clamoroso passo indietro», secondo il sindaco di Firenze) della proposta di Ncd sulla riforma del Senato (il Pd punta a una Camera delle Regioni con 100 senatori non eletti e non pagati). E poi la riforma del "Porc3ellum": Ncd boccia il sistema spagnolo (tra le 3 proposte avanzate dal Pd), è molto critico sul Mattarellum e, soprattutto, si sente inascoltato sul sistema dei sindaci.

Nel confronto con FI, Renzi deve invece tener conto dei paletti posti dal Cavaliere: no al doppio turno, no alle preferenze, sistema bipolare. In questo scenario, la convergenza potrebbe esserci sul sistema spagnolo, pure proposto da Renzi ma inviso a molti in casa Pd. Per questo nelle prossime ore potrebbero tornare a salire le quotazioni del Mattarellum "corretto", con cui Renzi avrebbe il sostegno di Sel e Sc, con la possibilità di convincere una parte dei 5 Stelle a sfidare la linea dettata da Gianroberto Casaleggio: no alle "incostituzionali proposte di Renzi" e voto subito col proporzionale scritto dalla Consulta.

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