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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2010 alle ore 09:57.
Per un americano acquistare un iPad equivale a prenotare una visita ai musei vaticani. Passano intere settimane di esaltante attesa prima di poter ammirare il nuovo capolavoro firmato Apple. L'attesa viene poi interrottata da un email dell'azienda di Steve Jobs che ti avverte: è arrivato il tuo iPad. Nella sede sulla Quinta Avenue del prestigioso colosso informatico, turisti e appassionati di tecnologia passano il tempo a smanettare quello che viene definito il fratello maggiore dell' iPhone.
C'è chi lo studia come se fosse un oggetto extraterrestre, chi ne verifica la leggerezza e chi sperimenta la funzione video guardandosi la semifinale di coppa del Brasile.
Una volta collaudato molti si rivolgono ai commessi per l'acquisto, ma ricevono tutti la stessa risposta deludente: «C'è da aspettare, per qualsiasi modello, è il tutto esaurito». La domanda eccede l'offerta. I media sostengono che l'iPad stia avendo un grande successo. Se si gira le metrò della Grande Mela sono ancora abbastanza rari coloro che lo utilizzano con disinvoltura per leggere libri, giornali, guardare film e mandare email. Prevalgono ancora gli "aficionados" degli iPhone e iPod che viaggiano con lo sguardo attaccato al mini schermo divertendosi con la funzione touch screen, muovendo braccia e mani in mosse bizarre, nel caso in cui stiano giocando con un videogame.
Alcuni hanno il Kindle per leggere il giornale al mattino presto mentre vanno al lavoro. Miguel Sagarna, un banchiere spagnolo che lavora da oltre dieci anni a Wall Street, è seduto in uno coffee shop della catena Starbucks, con il suo portatile. Gli chiediamo cosa ne pensa dell'Ipad. (Dal suo lancio alcuni mesi fa la discussione continua tra coloro che ne tessono le lodi e quelli che rimangono scettici). «Per ora uso Kindle» ci racconta. « È leggero e comodo, soprattutto non finisci con i fogli di giornale addosso a qualcuno in metropolitana. Sinceramente non sento l'esigenza di sostituirlo con l'Ipad».
Ma a New York non sono tutti sobri come il signor Sagarna. Per alcuni la tecnologia è una passione che fa bollire il sangue nelle vene, fa salire l'adrenalina e appena esce un nuovo modello, non si pensa due volte a tirare fuori la carta di credito.