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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2010 alle ore 16:13.
Il 16 luglio Steve Jobs aveva rassicurato tutti, minimizzando i difetti di ricezione denunciati dai mancini che avevano acquistato l'iPhone4, ultimo nato in casa Apple, sul mercato dalla fine di giugno. Quello che avrebbe potuto essere un irreparabile - o quanto meno grave - danno di immagine sembrava essersi sgonfiato: Jobs aveva anche promesso una speciale custodia per iPhone a tutti i clienti delusi e aveva poi iniziato a rispondere personalmente alle mail dei mancini in difficoltà con l'antenna.
Negli Stati Uniti i mancini sono moltissimi (tra loro c'è anche il presidente Obama) e la disattenzione della Apple avrebbe potuto essere bollata come una vera e propria discriminazione. Così non è stato, anche se l'antenna imperfetta dell'iPhone4 resterà sicuramente una piccola grande macchia nella reputazione di Apple, un'azienda che negli ultimi dieci anni non ha sbagliato nulla e che oggi è, nel settore high tech, quella con la più alta capitalizzazione e che dall'inizio dell'anno ha visto salire il valore delle sue azioni del 23%.
Tutto dimenticato, dunque? Non esattamente: una vittima dell'Antennagate, come lo avevano ribattezzato molti blog americani, subito ripresi dai giornali di mezzo mondo, c'è, segno che l'accaduto non ha lasciato indifferente l'azienda: Mark Papermaster, responsabile, all'interno della Apple, dell'hardware di iPhone e iPod, ieri è stato "dimissionato".
Nomen omen, potrebbe dire qualcuno: come può uno che di cognome fa "signore della carta" essere responsabile del più desiderato gadget elettronico degli ultimi dieci anni? Papermaster sarà sostituito da Bob Mansfield, senior vice president del settore "hardware engineering".
Quanto a Papermaster, si vedrà. Il manager era arrivato alla Apple da poco più di un anno, dopo essersi licenziato dalla Ibm, che gli aveva fatto causa per non aver rispettato la clausola contrattuale che gli vietava di andare a lavorare per un concorrente (causa poi risolta in via extragiudiziale).
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