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Facebook lancia Places che dice dove siamo e mette già in crisi i nuovi rivali di Zuckerberg

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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2010 alle ore 13:16.

Facebook, il social network più globale del web con 500 milioni di utenti, si veste di glocal. Il 26enne Marc Zuckerberg, fondatore e ad di Facebook, ha presentato Places, un nuovo servizio che consente agli utenti che utilizzano un dispositivo mobile (dotato di Gps) di condividere con "gli amici" il luogo dove si trovano in un dato momento. Con un clic possono segnalare in quale ristorante stanno mangiando, il museo o il teatro dove sono entrati, o quale via stanno percorrendo.

L'informazione inviata attraverso il proprio smartphone viene visualizzata (e condivisa) in tempo reale all'interno dello status del profilo dell'utente. Gli utenti possono anche "taggare" gli amici che sono lì con loro. In questo modo la condivisione compie un deciso balzo dalla rete all'offline.

Tralasciando eventuali ritorsioni sul fronte della privacy, argomento per cui spesso il social network è finito sotto accusa e che si aggiunge alla causa intentata da Paul Ceglia sulla proprietà, Places rappresenta, a livello potenziale, una manna potenziale per il mercato pubblicitario degli annunci locali il cui giro d'affari - secondo le stime di Borrell Associates - balzerà nel 2014 a 3 miliardi di dollari rispetto agli attuali 200 milioni. Di questa quota Facebook - che dichiara di avere 150 milioni di utenti che utilizzano dispositivi mobili (non è precisato però quanti di questi dispositivi incorporino un ricevitore Gps integrato indispensabile per utilizzare il servizio Places) - si imporrebbe di default come leader.

Quello degli annunci locali, del resto, è un mercato che piace ai pubblicitari. Perché è rapido e va subito a bersaglio. In che modo? Conoscendo esattamente dove si trova un utente/cliente gli inserzionisti possono inviare in tempo reale sul dispositivo mobile pubblicità mirate con offerte speciali. Un esempio? Se un utente "connesso" si sta avvicinando a un centro commerciale, un cinema, teatro, eccetera, potrà ricevere un messaggio sul dispositivo mobile con promozioni e sconti legati proprio a quel posto.

Presentando Places Zuckerberg non ha indicato in che modo Facebook monetizzerà il servizio - disponibile per ora solo per gli utenti statunitensi - precisando che al momento non è collegato a inserzioni pubblicitarie. Gli analisti, però, quelli che ipotizzano una quotazione di Facebook in Borsa entro il 2012, gli stessi che valutano la società intorno ai 30 miliardi di dollari (calcolati ponderando con i mutlipli del settore il fatturato del social network che nel 2010 dovrebbe attestarsi intorno a 1,4 miliardi di dollari rispetto agli 800 milioni dello scorso anno) hanno pochi dubbi nel ritenere che in seguito Places entrerà nel rullo della pubblicità.

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E potrebbe accrescere la competizione con Google, fortissimo nella pubblicità localizzata. La sfida si gioca anche nel campo dei minuti trscorsi nel web. Perché se è vero che Facebook (intrattenimento) e Google (motori di ricerca) coprono ambiti differenti del web, quando si tratta di pubblicità e inserzionisti diventano rivali. E in questo senso, la variabile del tempo non è da trascurare. Più minuti un utente passa nella rete dei social network e dei suoi servizi correlati, tanto diminuisce quello trascorso su Google e sui suoi servizi pubblicitari.

Ma non c'è solo Google in ballo nell'irruzione di Facebook nel settore della geolocalizzazione. Di mezzo ci sono le società che, prima di Facebook, hanno avuto questa idea e sono già attive in questo mercato. Come la newyorkese Foursquare (il numero uno con 2 milioni di utenti e una media di 1 milione di "condivisioni di luogo" a settimana), la texana Gowalla. E ci sono anche Loopt e Booyah, direttamente dalla Silicon Valley. Società che rischiano di scomparire o di finire nel mirino di Facebook.

Tra queste, la più pababile pare essere proprio Foursquare, che recentemente ha ricevuto un assegno da 20 milioni di dollari dai venture capital, fra cui anche il fondo Andreessen Horowitz - istituito nel 2009 da Marc Andreessen (il fondatore di Netscape) e Ben Horowitz - che ha valutato la compagnia 115 milioni di dollari. Sospetti alimentati dal fatto che il board di Foursquare era presente ieri, mercoledì, a Palo Alto nella cerimonia in cui Facebook si è tinto di glocal.

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