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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2010 alle ore 16:49.
Vive in affitto in una casa qualunque a Palo Alto, a pochi passi dal quartiere generale di Facebook. Niente giacca e cravatta ma jeans e maglietta. Di fastoso nella sua giovane vita da 26enne, al momento c'è sola una macchina Acura (brand di lusso di casa Honda). Eppure lui, nome in codice Marc Zuckerberg, padre di Facebook e con già in tasca un patrimonio di 6,9 miliardi di dollari (secondo Forbes), potrebbe permettersi anche un areo privato. Come fanno/hanno tutti gli altri paperoni, Bill Gates (Microsoft) Larry Ellison (Oracle), Christy Walton (Wal Mart), Michael Bloomberg (sindaco di New York) e compagnia bella.
Tutti i super-ricchi che hanno aderito all'iniziativa di Bill Gates e Warren Buffet, Givipledge, di destinare metà del patrimonio in beneficenza. Una passione, quella per la filantropia, che a quanto pare è condivisa anche dal precocissimo Zuckerberg. Venerdì scorso, infatti, ha annunciato in un intervento nel famoso spettacolo televisivo americano Oprah Winfrey Showdi aver staccato un assegno da 100 milioni di dollari per sovvenzionare l'istruzione pubbica a Newark, la più grande città del New Jersey, in collaborazione con A. Cory Booker, sindaco della città, e Chris Christie, governatore del New Jersey.
«Sono stato davvero fortunato a frequentare scuole importanti» ha detto Zuckerberg spiegando che desidera far sì che tutti i bambini possano avere le stesse possibilità. E qui finisce il "lato A" della storia, quello dello Zuckerberg che batte ogni record anche in tema di filantropia, vista la giovane età.
Ma c'è un "lato B". C'è almeno per chi ipotizza che dietro la maxi-donazione del ragazzino che ha fondato il più grande social network del pianeta che ad oggi mette in contatto oltre mezzo miliardo di individui, si nasconda un doppio fine. Sarà forse un caso ma l'annuncio della donazione è arrivato poche ore dopo la presentazione al New York Film Festival del film "Social Network", una storia (certo romanzata) dove Zuckerberg passa per essere uno studente che ha tradito amici e partner per avere il controllo di Facebook (a tal proposito va ricordato che è in corso una causa reale avanzata da Paul Ceglia, un americano che rivendica l'84% della proprietà di Facebook). Insomma, per i malevoli questa donazione (per quanto corposa, la terza di almeno 100mila euro elergita quest'anno negli Stati Uniti) arriva per lustrare l'immagine di Zuckerberg in un momento in cui ne viene intaccata l'integrità morale.