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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2010 alle ore 17:11.
AMBURGO - C'è un dato particolarmente interessante nella presentazione fatta da Christopher Riess, ceo di Wan Ifra, l'associazione che riunisce i principali editori di giornali in tutto il mondo, al World Editors Forum di Amburgo: la pubblicità su carta è quella che garantisce il miglior ritorno all'investitore. Secondo una ricerca condotta da Microsoft advertising, ogni dollaro speso per acquistare uno spazio pubblicitario su un giornale di carta ne genera almeno 5. Molto più della televisione, il cui ritorno d'investimento risulta essere pari a 2,15, o dei media digitali (3,44).
Insomma, come ha ricordato Janet Robinson, ceo del New York Times, la carta continua ad essere un asset molto importante anche se destinato a perdere terreno nei confronti dei nuovi media. In tutto il mondo le inserzioni pubblicitarie sui quotidiani cartacei, complice la crisi, sono calate del 17% nel 2009 e gran parte degli studi in materia dice che questo trend proseguirà nei prossimi anni.
Un'opinione molto condivisa dagli addetti ai lavori è che in futuro la carta sarà più un "premium media" che un "mass media". Questo almeno è quanto pensa Juan Senor, partner di "Innovation Media Consulting Group", società di consulenza britannica specializzata in media. «Non penso che i giornali spariranno come in molti in rete continuano a dire. L'avvento del cinema non ha ucciso il teatro. La televisione non ha fatto sparire la radio e Internet non farà sparire i quotidiani. I giornali dovranno fornire contenuti sempre più originali e specializzati. E dovranno farsi pagare di più per questo servizio. A nostro modo di vedere il costo attuale dei giornali di carta è assolutamente sottostimato. Il prezzo potrebbe aumentare tranquillamente fino a cinque volte tanto».
Nell'era della "multimedialità", continuano a ripetere qui agli stati generali della stampa, l'importante è differenziare le pubblicazioni dei diversi canali: contenuti premium, come inchieste, commenti ed editoriali, per la carta (o eventualmente a pagamento su internet) e "breaking news" per la versione online e mobile. «L'importante è caratterizzarsi, essere originali. Guardate come hanno titolato la maggior parte dei quotidiani internazionali il giorno dopo la morte di Micheal Jackson: "Il re del Pop è morto" è stato il titolo fotocopia su tutti i media del mondo. Se non ci si rende riconoscibili e autorevoli sarà molto difficile chiedere ai propri lettori di pagare per gli articoli online. Nessuno compra qualcosa che può avere gratis altrove».