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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2010 alle ore 12:35.
Oggi oltre il 70% delle famiglie italiane, circa 18 milioni nel complesso, è già in grado di toccare con mano gli effetti della rivoluzione digitale e dai processi di switch off e switch over: tante sono infatti le case che hanno almeno un decoder in funzione e a fine 2010 questa percentuale salirà fino all'85%. A più di due anni dalla data ultima imposta dall'Unione Europea per lo spegnimento definitivo del segnale televisivo analogico, i numeri dicono molto, anche se non tutto, di come il Belpaese stia ormai andando di corsa verso il traguardo di un viaggio iniziato nel lontanissimo 2004. L'etichetta di nazione "all digital" fa certo comodo alle istituzioni e agli attori direttamente interessati (i principali broadcaster, i produttori di decoder e Tv, i rivenditori del canale) ma sarebbe doveroso chiedere riscontri anche a chi – utenti scoperti dal segnale, emittenti ancora in cerca della frequenza da cui continuare a trasmettere – non sta certo salutando con particolare entusiasmo questa rivoluzione.
Problemi a parte, ci sono poi situazioni paradossali: in Lombardia la percentuale di case digitalizzate è elevatissima ma è anche vero che in molte abitazioni vi sono almeno due (se non più) televisori e ognuno di questi necessiti di apposito decoder. Se pensiamo a quanti televisori da 14 e 20 pollici a tubo catodico sono stati acquistati negli anni '90 a prezzo di costo, vien da sé che per gli utenti si impone una scelta: comprare un decoder "zapper" da 20 euro da collegare al vecchio Tv, spendere non meno di 300 euro per un modello Lcd medio formato con decoder integrato oppure portare in discarica l'ormai obsoleto apparecchio. Il punto è però anche un altro: di tutti i decoder (esterni) acquistati negli anni passati, quanti sono funzionanti e realmente compatibili con le frequenze da cui si trasmettono, oggi, i canali in chiaro del digitale terrestre? I bollini della Dgtvi sono arrivati due anni fa e sono già quattro, i primi scatolotti digitali arrivarono sul mercato nel 2003/2004. Per non dimenticare il grado di affidabilità dei prodotti da 30 euro: quanti italiani si informano su questo aspetto non secondario (il rischio di doverlo cambiare nei primi sei mesi per difettosità varie non è poi così marginale) prima di acquistarlo alla cassa del supermercato?