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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2010 alle ore 16:24.
Simulazioni di eruzioni. Risparmio energetico. Analisi di materiali superconduttori. Sono campi di applicazione per i dati masticati dal supercomputer del Cineca, a Bologna: un anno fa ha inaugurato una piattaforma con 5mila processori in grado di compiere fino a 100mila miliardi di operazioni al secondo in virgola mobile (o cento teraflops, l'unità di misura per valutare il calcolo informatico ad alte prestazioni).
È il più potente megacervellone italiano e 70esimo nella lista dei "top 500" al mondo: si tratta di una classifica aggiornata ogni sei mesi che nella prossima edizione vedrà al primo posto il colosso "Via Lattea", appena lanciato in Cina. Il Cineca ha più anime: riunisce 43 università italiane, Cnr, Miur e Ogs (Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale). Ed è il cuore tecnologico, spesso invisibile, di progetti che riguardano la pubblica amministrazione. Per esempio, gestisce siti web e archivi online come Giustizia.it e la Banca dati biologica. Costruito da Ibm, può contare su 20 terabyte di memoria ram ed è raffreddato ad acqua. Il centro bolognese ha appena raggiunto 41 anni di attività: è qui che fu installato nel 1969 il primo supercomputer italiano, il Cdc 6600 uscito dal laboratorio di Seymour Cray, pioniere del calcolo ad alte prestazioni che da radiotelegrafista durante la Seconda guerra mondiale è diventato il fondare di un'azienda, la Cray computer corporation.
Ma l'Italia ospita altri sei megacervelloni inclusi nell'elite dei "top 500". Nella ricerca scientifica è impegnato anche il Cilea di Milano con iniziative che riguardano salute, telecomunicazioni, beni culturali. Con 4mila microprocessori può raggiungere 35,6 teraflops: l'infrastruttura tecnologica è di Hewlett Packard. Il terzo centro scientifico italiano incluso nella classifica è il Csr4 di Sardegna Ricerche, a mezz'ora di macchina da Cagliari: ha applicazioni all'avanguardia nella bioinformatica: di recente ha contribuito alla scoperta di un gene implicato nella sclerosi multipla. I suoi laboratori possono decodificare un genoma umano in una settimana: un software analizza l'immagine della doppia elica utilizzando una formula matematica ispirata a un algoritmo per individuare le stelle lontane nelle galassie. A utilizzare gli altri quattro supercomputer sono aziende delle telecomunicazioni e del settore energetico.