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Gli Stati Uniti studiano una stretta sulla privacy online (dopo i casi Facebook e Google)

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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2010 alle ore 14:04.

L'amministrazione Obama starebbe lavorando a una nuova serie di leggi che segnano un cambio di paradigma nelle legislazione americana in tema di privacy su internet. La notizia arriva dal Wall Street Journal, che cita una persona a conoscenza della bozza che dovrebbe segnare la nuova politica degli Stati Uniti per difendere i dati personali online.

La strategia dovrebbe essere spiegata nel dettaglio in un report del dipartimento del commercio americano nelle prossime settimane. La Casa Bianca ha creato una speciale task force per trasformare le raccomandazioni dello stesso dipartimento in effettive politiche. Nata tre settimane fa, è guidata da Cameron Kerry, fratello del senatore John Kerry, candidato presidente (sconfitto) contro George W. Bush diversi anni fa, e Christopher Schroeder del dipartimento di giustizia.

L'iniziativa, se confermata, segnerebbe una svolta storica per gli Stati Uniti. La legislazione in tema di privacy su internet è diversa, e meno stringente, di quella europea. La differenza viene spesso spiegata nelle orgini americane delle principali compagnie internet. Lo spirito dell'innovazione della Silicon Vallery mal si concilia con l'eccessiva regolamentazione.

La situazione però è radicalmente cambiata nell'ultimo anno. Intorno alla privacy si è sviluppato un vivace dibattito. Le modifiche introdotte da Facebook nei primi mesi del 2010 hanno suscitato l'interesse - spesso le critiche - di utenti, associazioni e giornali. Sono arrivate le scuse del social network, poi un'inchiesta, sempre del quotidiano finanziario americano, che sta facendo una serie di approfondimenti sul tema, ha rivelato la condivizione dei dati personali con aziende terze.

Ogni modifica apportata dai colossi di internet provoca fastidio, diffidenza e disaffezione degli utenti nella misura in cui il controllo e la gestione dei dati personali appare complesso, misterioso e poco trasparente. E' successo, per esempio, quando Google ha rilasciato lo sfortunato social network Buzz, sul quale ha poi fatto un passo indietro.

Di diverso tenore, anche se sempre sotto l'ombrello della privacy, la raffica di inchieste contro Google per la mappatura fatta con le googlecar per le strade di mezzo mondo che avrebbe catturato dati sensibili attraverso la mappatura delle reti wi-fi non protette.

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Tags Correlati: Cameron Kerry | Christopher Schroeder | George W. Bush | Google | Internet | John Kerry | Silicon Vallery | Stati Uniti d'America | Task Force | Viviane Reding

 

Negli Stati Uniti non esiste una legge comprensiva che protegge la privacy degli utenti online. Generalmente le vicende collegate sono gestite dalla Federal trade commission (Ftc), che però può agire soltanto se la violazione è ritenuta «ingannevole» o «ingiusta».

E' questo uno dei motivi per cui le indagini nei confronti del colossi del web hanno preso un corso diverso negli Stati Uniti rispetto, per esempio, al Canada, l'Inghilterra e altri paesi europei.

Si potrebbe dire, semplificando, che le mosse della Casa Bianca potrebbero avvicinare la normativa statunitense a quella europea. Non resta che attendere la conferma, e i dettagli, del piano della task force. Quello che è certo, dall'altra parte dell'Atlantico, è che la commissaria alla Giustizia, Viviane Reding, sta lavorando a una nuova regolamentazione per la protezione dei dati personali.

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