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Tecnologie Cellulari

I prezzi degli smartphone saliranno. E con Android si pagherà via cellulare

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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2010 alle ore 19:34.

La domanda di telefonini intelligenti continua a crescere senza soste? È una tendenza acquisita. Meno evidente, soprattutto agli occhi dei consumatori, il fatto che il prezzo medio di vendita degli smartphone potrebbe presto conoscere una curva di incremento in relazione alla sempre maggiore domanda di terminali dotati di connettività Internet a banda larga nei Paesi emergenti. Cina e India in testa.

A sostenere tale tesi, in un'intervista concessa a Bloomberg, è stato Paul Jacobs, Ceo di Qualcomm, il più grande produttore di chip per cellulari. Dunque le dinamiche relative ai costi dei telefonini stanno cambiano ed è ovviamente un qualcosa che l'industria mobile non può che recepire in senso positivo. Le esternazioni di Jacobs non sono del resto campate per aria ma fondate su dati, e precisamente sul prezzo medio di vendita dei terminali che utilizzano la tecnologia 3G Cdma di Qualcomm, salito nell'ultimo trimestre a 192 dollari contro i 182 del precedente periodo. A contribuire alla risalita dei listini di vendita, secondo il Ceo, contribuiranno infine altri due fattori, la generalizzata (lenta) ripresa dell'economia su scala globale e i costi in discesa dei piani tariffati "flat" offerti alla clientela privata dagli operatori telco. Si naviga di più e più velocemente spendendo qualche dollaro o euro al mese e si è disposti ad acquistare smartphone più costosi. Questa, in definitiva, la possibile chiave di lettura del Jacobs pensiero.

Panasonic torna in campo (con Android) fuori dal Giappone. Che il comparto degli smartphone sia quello cui tutti guardano per ovvie ragioni (crescita a doppio digit dei volumi di vendita in primis) è noto, e non è quindi un caso se Panasonic è in procinto di tornare a operare anche fuori dai confini nazionali con i suoi supercellulari. La casa nipponica avrebbe infatti in serbo un rilancio in grande stile nel 2012, sei anni dopo aver deciso di limitare le attività di vendita al solo mercato locale, puntando a vendere nel complesso 15 milioni di telefonini l'anno entro il 2015. Stando alle indiscrezioni gli smartphone che sbarcheranno in Europa e negli Usa fra due annim dopo il battesimo giapponese previsto neel 2011, saranno basati sul sistema operativo di Google e saranno dotati di capacità di interconnessione con gli altri prodotti digitali di Panasonic. Chi non ha bisogno di cambiare strategia, dati alla mano, è invece un'altra big della telefonia mobile che ha sposato la piattaforma Android, vale a dire Lg Electronics. La società coreana ha infatti annunciato di aver venduto in 40 giorni dal lancio mondiale il primo milione di pezzi dello smartphone Optimus One , terminale (già disponibile anche in Italia) su cui gira per l'appunto in modo nativo il software di Google nella sua versione 2.2 "Froyo".

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I nuovi googlefonini rimpiazzeranno le carte di credito. La grande novità di questi giorni in campo smartphone l'ha regalata comunque Google, e per bocca del Ceo Eric Schmidt, anch'esso presente (come il collega di Research in Motion Jim Balsillie, al Web 2.0 Summit di San Francisco). La novità in questione è la nuova generazione di googlefonini e si è materializzata con la prima apparizione pubblica del Nexus S, smartphone - che sarà prodotto e distribuito da Samsung - erede del poco fortunato Nexus One che sarà equipaggiato con la release 2.3 di Android "Gingerbread" e, dicono le indiscrezioni, uno schermo touch da ben quattro pollici. Schmidt ha però enfatizzato non tanto il terminale quanto le capacità del sistema operativo di prossimo rilascio, si parla entro fine anno, evidenziandone in particolare una peculiarità.

Quella di poter supportare la tecnologia wireless Near Field Communications (Nfc, disponibile da anni ma le cui applicazioni sono ancora una nicchia), attraverso la quale è possibile effettuare pagamenti elettronici "contact less" semplicemente avvicinando il telefonino a un apposito terminale. Anche con gli smartphone basati sulla piattaforma di Google – al lavoro sui chip Nfc ci sono anche Nokia e Apple per il suo prossimo iPhone – si potrà fare a meno delle carte di credito per l'acquisto di determinati beni e servizi presso esercizi commerciali dotati di Pos dedicati. Il Ceo di Mountain View si è detto assai convinto delle potenzialità di questa tecnologia ma ha glissato sul fatto che la società sia già al lavoro per creare applicazioni in grado di sfruttare questo nuovo sistema di pagamento (compito lasciato quindi agli sviluppatori che operano su Android).

L'idea di Google è chiara: replicare il successo di progetti che hanno visto il connubio fra piattaforme software e servizi Internet, si pensi per esempio agli strumenti di navigazione "turn-by-turn" o di traduzione in tempo reale, distinguersi in qualche modo dalla concorrenza e generare un nuovo business parallelo, ma non sostitutivo benché più sicuro, a quello gestito dai tradizionali gestori di sistemi di pagamento con carta di credito. Android è dunque pronto a fare un altro passo in avanti, e di pari passo è assai ipotizzabile che lo possa fare, sotto il profilo della pervasività fra gli utenti, anche il settore degli smartphone nel suo complesso.

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