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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2010 alle ore 09:58.
E dunque Amazon da oggi apre in Italia. Mette in vendita libri, cd e dvd, giocattoli e videogiochi, informatica e materiali elettronici, piccoli elettrodomestici e orologi. Non si parla ancora di Kindle. Ma ce n'è abbastanza per immaginare che il commercio elettronico italiano non sarà più lo stesso. «Abbiamo già 400mila libri in catalogo e 100mila disponibili immediatamente» spiega Diego Piacentini, senior vice president della compagnia americana.
«E abbiamo 400mila cd, 40mila dvd, 40mila prodotti elettronici. Saranno gestiti dalla nostra logistica europea. E consegnati ai clienti italiani con corrieri privati. Che cosa portiamo? Una grande attenzione al miglior prezzo, alla vastità del catalogo, alla presenza dei marchi più prestigiosi. Soprattutto un'organizzazione pensata per facilitare la vita del cliente». E questo, in effetti, le centinaia di migliaia di italiani che hanno comprato prodotti sulla versione americana di Amazon, in genere, lo sanno. In più arriva un servizio che vende prodotti italiani, a prezzi confrontati con il mercato italiano, senza problemi di dogana e soprattutto un sito scritto in italiano: «Ebbene sì - sorride Piacentini - ho lavorato personalmente alla scelta delle parole di Amazon.it. Non è una traduzione automatica».
Erano molti anni che Piacentini, arrivato a Seattle dopo una lunga esperienza alla Apple, pensava con il suo capo Jeff Bezos all'Italia. Una delle economie più grandi del mondo sembrava un territorio di espansione naturale per Amazon: «Ma avevamo sempre altre priorità. E poi vedevamo che il commercio online in Italia era ancora molto piccolo. Sapevamo solo che la questione non era "se" ma "quando"». Le difficili condizioni logistiche del paese non aiutavano a decidere. «Ora abbiamo una forte rete di magazzini e distributori in Europa. E contiamo di offrire un buon servizio anche in Italia».
L'innovazione di Amazon sarà uno stimolo per l'insieme del mercato. Che certo è già vivo ma non molto sviluppato. Mentre negli Stati Uniti il commercio online di prodotti fisici è già arrivato all'8% circa del totale del retail, in Germania al 4,5% e in Giappone al 2%, in Italia resta al di sotto dell'1%. Anche perché i problemi della logistica italiana sono notevoli e l'offerta di negozi fisici è molto capillare. Ma nei settori scelti da Amazon per competere anche in Italia si può immaginare che un modello basato su buoni prezzi e alta qualità del servizio possa trovare un mercato in crescita. Per un gigante da 30 miliardi di dollari di fatturato che vende il 52 per cento in Nord America e il resto nei grandi mercati europei e asiatici è una scommessa di medio termine: «Quando entriamo in un nuovo mercato, pensiamo sempre a quello che venderemo tra cinque anni. E pensiamo in base ai costi che calcoliamo che avremo tra cinque anni».