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Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2010 alle ore 18:28.
Dal 7 novembre scorso fa caldo, a tratti, al CERN di Ginevra, il grande Centro Europeo per la ricerca in fisica Nucleare. Molto caldo, diciamo 2.000 miliardi di gradi, e andrà avanti così fino al 6 dicembre prossimo. Per trovare una temperatura simile dobbiamo pensare ai primi attimi che seguirono al Big Bang, nei primi miliardesimi di secondo, infatti, l'Universo di allora, secondo il modello matematico che ne fanno i cosmologi, aveva temperature di questo livello. Ma già dopo un secondo si era raffreddato moltissimo, a "solo" qualche milione di gradi.
Altra stranezza di quel che sta succedendo al CERN nell'esperimento ALICE, in cui lavorano moltissimi italiani, 150 almeno dal nostro Istituto di Fisica Nucleare e da varie Università, è che queste temperature sono raggiunte, per qualche attimo, in quello che può essere considerato il luogo più freddo del nostro Pianeta: l'acceleratore di particelle LHC, Large Hadron Collider. Nel suo anello sotterrano di 27 chilometri, che sconfina dalla Svizzera in Francia, la temperatura arriva a volte infatti a -271 gradi, molto prossima allo zero assoluto.
Per raggiungere queste temperature di miliardi di gradi nell'esperimento ALICE prima si accelerano in direzioni una opposta all'altra e a velocità molto prossime a quelle della luce, e poi si fanno collidere dei nuclei di piombo, materiale notoriamente molto pesante. I nuclei girano l'anello continuamente migliaia di volte al secondo accelerati e guidati nella curvatura da 2.000 magneti, il vero gioiello tecnologico di LHC: sono di tutte le dimensioni, fino al più grande che ha dimensioni di 13 metri in altezza e 16 in lunghezza, per un peso di 2.000 tonnellate. I magneti, che fanno proprio da cane da pastore al fascio di particelle guidandolo nella traiettoria circolare entro LHC, sono raffreddati alla temperatura citata e rappresentano per questo il maggior sistema criogenico mai realizzato al mondo, uno dei tanti primati di LHC.
Il perché di questo esperimento di scontro fra nuclei di piombo, di cui sono ora disponibili varie animazioni che illustrano cosa succede entro il gigantesco tubo di LHC, ce lo spiega Federico Antinori, della Sezione INFN di Padova che a Ginevra sta coordinando le prime misure ottenute in ALICE.