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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2014 alle ore 12:39.
L'ultima modifica è del 23 luglio 2014 alle ore 14:28.

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Mai più blackout come quello del settembre 2003, quando l'Italia rimase in panne per l'improvvisa interruzione di una linea elettrica con la Svizzera. Sarà un grande apparato di emergenza garantito dall'intelligenza informatica delle reti ma soprattutto dai sistemi di accumulatori a batteria a metterci al sicuro dal buio elettrico. Non solo: saranno gli accumulatori di rete a risolvere i problemi creati dalla veloce crescita delle energie rinnovabili, così discontinue e così problematiche per il delicato equilibrio del sistema.

Il tentativo di proiettare davvero l'Italia verso la nuova frontiera, garantendoci magari un ruolo di avanguardia in Europa e addirittura nel mondo (le prerogative industriali ci sono), parte con il via libera dell'Autorità dell'energia ai due progetti presentati da Terna in Sicilia e in Sardegna, ben allineati con le specifiche dettate dalla stessa Authority all'inizio dell'anno: due unità sperimentali da 8 megawatt ciascuna dedicate all'intervento immediato d'emergenza (power intensive), pronte ad affiancarsi alle sperimentazioni già in corso per gli accumuli al servizio delle normali esigenze di bilanciamento della rete pressata dalle rinnovabili (energy intensive).

La corsa italiana
I due impanti per le "emergenze critiche" sorgeranno rispettivamente a Cordongianos in Sardegna e a Ciminna e Casuzzea in Sicilia. Entreranno in funzione molto presto, entro un paio di anni. E per almeno due anni saranno messi soto pressione, monitorati, sollecitati al massimo. Perché saranno unità di pronto intervento nell'ambito di del "piano di difesa" elettrica nazionale contro l'emergenza. Vuol dire che i due impianti dovranno essere particolarmente sofisticati, in grado di entrare in funzione collegandosi alla rete in maniera pressoché istantanea in caso di bisogno. Dovrà essere (nelle simulazioni che verranno appositamente forzate riproducendo eventualità reali) il massimo dello stress possibile. E dunque si dovrà mobilitare il massimo della tecnologia sia negli apparati che nelle soluzioni di controllo. Con un'intenzione, anzi un'ambizione: fare di tutto ciò uno standard nazionale e poi un modello da esportare.
Ecco perché delle due unità installate nelle grandi isole dovranno coesistere, per testarne la validità, diverse tecnologie. Almeno due, anche se le soluzioni di sperimentazione saranno in realtà di più. Anche perché Terna ha programmato di ampliare la sperimentazione ben oltre i 16 megawatt del progetto ufficiale, che vale una cinquantina di milioni di investimenti coperti dei sussidi appena deliberati dall'autorità per l'energia. Gli impianti a batteria messi in cantiere da terna in Sicilia e Sardegna da Terna potrebbero arrivare a 40 MW complessivi, anche grazie ai normali meccanismi di incentivazione previsti per le strutture di difesa elettrica nazionale che varranno anche per i restanti 24 MW (mezzo punto in meno rispetto alla sovra-incentivazione del 2% sul Wacc prevista per i 16 megawatt del progetto pilota).

Gara di tecnologie
Per partire si ricorrerà alla tecnologia agli ioni di litio (la stessa, per intenderci, che fa funzionare i telefonini più recenti) e a quella del sodio-zolfo, che caratterizza la maggior parte degli altri impianti di questo genere in giro per il mondo. Ma tra i singoli moduli funzionali da un megawatt l'uno non mancheranno anche di accumulatori con tecnologia "zebra" al nickel-sodio cloruro, costruite con un processo ceramico che vede l'industria italiana all'avanguardia.
La maggior parte delle gare con i fornitori di tecnologia sono già state fatte. Altre sono in partenza. Dei 16 megawatt Terna ne ha già aggiudicati 13, di cui 10 con tecnologia agli ioni di litio e tre con tecnologia zebra. Della compagine fanno parte tra gli altri l'italiana Fiamm in cordata con Tozzi Sud e Nidec-Asi, i francesi di Saft, i tedeschi di Siemens, i giapponesi di Toshiba, i coreani di Samsung, i cinesi di Byd e gli americani di General Electric. Una vera multinazionale dell'innovazione, guidata questa volta da noi.

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