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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2014 alle ore 09:56.

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La partecipazione italiana alla missione Rosetta dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) è stata e continua a essere molto importante. Oltre naturalmente all'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), anche le aziende del gruppo Finmeccanica Selex ES, Telespazio e Thales Alenia Space hanno partecipato alla missione dalle sue prime fasi: non solo nella progettazione e nella esecuzione del lungo volo verso la cometa, ma anche nella ideazione di specifici progetti di ricerca e nella realizzazione degli strumenti necessari.
Degli undici strumenti scientifici presenti a bordo dell'orbiter tre sono di provenienza industriale italiana (appunto della Selex ES).

VIRTIS (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer), di cui è principal investigator (responsabile di progetto) Fabrizio Capaccioni dell'INAF-IAPS, l'Istituto di Astrofica e Planetologia Spaziali di Roma, combina 3 canali di osservazione in un unico strumento: due canali per la ricostruzione della mappa spettrale del nucleo della cometa; il terzo per la spettroscopia ad alta risoluzione. Queste osservazioni serviranno a selezionare la zona su cui scenderà il lander.
GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator), di cui è principal investigator Alessandra Rotundi, dell'Università degli Studi di Napoli "Parthenope", è uno strumento in grado di analizzare composizione e velocità delle polveri e dei grani di materiale presente nella chioma della cometa.
WAC (Wide Angle Camera), "firmata" da Cesare Barbieri dell'Università di Padova, è una componente importante di OSIRIS (Optical, Spectroscopic and Infrared Remote Imaging System), il sistema di raccolta di immagini a bordo di Rosetta. OSIRIS è composto da due canali: NAC (Narrow Angle Camera), per ottenere mappe ad alta risoluzione del nucleo della cometa; WAC (Wide Angle Camera), di progettazione italiana, per ottenere mappe ad alta risoluzione del materiale gassoso e delle polveri circostanti, che serviranno per orientare il lander.

A bordo del lander è italiano il "trapano" che provvederà all'acquisizione dei campioni dal nucleo della cometa (SD2, Sample Drill&Distribution), realizzato da Selex ES e di cui è responsabile scientifico Amalia Ercoli Finzi del Politecnico di Milano. È anche italiano il sottosistema dei pannelli solari, realizzato sempre da Selex ES, a Nerviano. SD2 costituisce un componente a elevata miniaturizzazione, in grado di resistere alle condizioni ambientali proibitive in cui dovrà operare per penetrare il nucleo della cometa sino a 20 cm di profondità e distribuirne i piccoli campioni in appositi contenitori, dove verranno analizzati dagli strumenti di Philae.
Per Philae è stato costituito un Consorzio Internazionale a cui partecipa ASI che, oltre alla realizzazione di SD2 e dei Solar Array (SA), ha cogestito il progetto attraverso un Project Manager Deputy e contribuisce alle attività a livello di sistema e di sottosistemi.

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