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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2014 alle ore 19:29.
L'ultima modifica è del 12 settembre 2014 alle ore 12:45.

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La Cassazione ha bocciato il ricorso della multinazionale dell'informatica Hewlett Packard Italiana stabilendo che «l'acquisto del computer non implica l'obbligo di accettare il sistema operativo, pena lo scioglimento della vendita e l'azzeramento dell'intera operazione». Insomma, chi acquista un pc con sistema operativo installato di serie - in bundle - ha diritto al rimborso del costo del software, anche quello applicativo, se non clicca sull'accettazione della licenza d'uso. Il consumatore acquirente può in questo caso tenersi l'hardware e avere diritto al rimborso.

La sentenza entra nel merito della pratica commerciale di vendere i personal computer con il sistema operativo (e quindi con il software che serve per farlo funzionare). «Chi acquista un computer sul quale sia stato preinstallato dal produttore un determinato software di funzionamento (sistema operativo) ha il diritto, qualora non intenda accettare le condizioni della licenza d'uso del software propostegli al primo avvio del computer, di trattenere quest' ultimo restituendo il solo software oggetto della licenza non accettata, a fronte del rimborso della parte di prezzo ad esso specificamente riferibile», ha stabilito la Cassazione, confermando 140 euro di rimborso a un consumatore fiorentino. Nel mondo pc sistemi operativi alternativi a Windows sono pochi (Linux e software opern source). Sarà interessante capire se il consumatore potrà scegliere una versione di sistema operativo più vecchia di quella pre-installata. C'è chi, per esempio, rimpiange ancora Windows Xp nonostante non sia più supportato da Microsoft.


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