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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2014 alle ore 15:00.
L'ultima modifica è del 16 settembre 2014 alle ore 17:20.

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Il ministro di giustizia tedesco Heiko Maas (Ap)Il ministro di giustizia tedesco Heiko Maas (Ap)

Prima il commissario europeo per l'Antitrust poi il ministro di giustizia tedesco. L'Europa, nelle sue più alte cariche, sta provando a mettere in angolo il gigante della ricerca Google. Il pressing è iniziato nei giorni scorsi con Joaquín Almunia che avrebbbe rifiutato per la terza volta la proposta di accordo avanzata dall'azienda di Mountain View per sanare il sospetto abuso di posizione dominante sul mercato della ricerca online.

Oggi sulle pagine del Financial Times è intervenuto Heiko Maas, il ministro della Giustizia federale tedesco, che si è spinto oltre chiedendo di rendere pubblica e accessibile la formula segreta dell'algoritmo di Google. Richiesta rispedita al mittente da parte degli americani. I vertici di Google temono che rivelare la ricetta del motore di ricerca, oltre ad avvantaggiare illegittamente la concorrenza, esporrebbe gli utenti di internet a tentavi di manipolazione e spam da parte del mercato.

La Germania anti-Google
La Germania è forse il paese europeo più attento alle mosse dei big di internet extra-Ue. «Non abbiamo paura di Google - ha dichiarato il ministro tedesco rispondendo a una domanda di un giornalista dell'Ft- ma come Stato abbiamo delle responsabilità, Google ha il 95 per cento di quota di mercato dei motori di ricerca, è una percentuale eccezionale... Con una quota del 95%, Google domina il mercato mondiale dei motori di ricerca ed è in grado di promuovere i propri interessi. Questo non è accettabile. Dobbiamo trovare un modo per risolvere il problema». Al tempo stesso sempre la Germania, dopo le rivelazioni di Snowden e lo scandalo Datagate-Nsa, ha proposto di introdurre al più presto uno standard unico di protezione dei dati nell'Unione europea. Anche il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, si è espresso a favore, annunciando una legge europea in merito entro metà dell'anno prossimo.

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