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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2014 alle ore 08:12.
L'ultima modifica è del 13 ottobre 2014 alle ore 12:24.

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Uscirà domani, sul sito della Camera, la prima bozza pubblica della Dichiarazione dei diritti di internet, frutto di una commissione ad hoc presieduta da Stefano Rodotà. Così l'Italia si mette in testa al movimento politico e culturale che, attecchendo in vari Paesi del mondo, apre una nuova stagione dei diritti del cittadino: aggiornandoli ai tempi di internet. Lo scopo ultimo quindi non è tanto fornire nuovi diritti a internet, quanto potenziare gli stessi diritti fondamentali che reggono la democrazia.

Il presupposto del documento italiano, come di altre iniziative, è infatti che internet è un nuovo spazio pubblico, privato ed economico dell'esistente. Ha però caratteristiche proprie specifiche e per questo motivo necessita di tutele specifiche.
Il primo articolo della bozza italiana ricorda quindi che su internet sono garantiti tutti i diritti già riconosciuti dalle leggi, dalle costituzioni, dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Tra l'altro, è implicito qui il diritto alla libertà di espressione e di accesso alle informazioni. Non solo: questi diritti vanno anche interpretati per essere adeguati alla natura specifica della rete. E come? Con una gamma aggiuntiva di diritti e principi, che spesso ricorrono nelle varie iniziative (analoghe a quella italiana). Possiamo provare a sintetizzarli in due categorie.

Da una parte ci sono i diritti basilari, necessari a garantire un accesso adeguato alla rete (rimuovendo barriere tecnologie, economiche e culturali); può rientrare qui anche il concetto di "network neutrality", che vuole proteggere il meccanismo di base di internet (generatore di innovazione). Nell'altra categoria ci sono i diritti che servono a proteggere le estensioni online della nostra vita dagli abusi di potere, che possono arrivare da soggetti pubblici (governi) o privati.

In entrambi i casi è fatto salvo il presupposto di partenza: internet come nuova dimensione del vivere democratico. Per esercitare appieno le proprie facoltà di cittadino, lavoratore e consumatore adesso è necessario anche l'uso efficace della rete. Vuol dire assicurare una copertura a banda larga su tutta la popolazione (con velocità minime crescenti negli anni, in proporzione con lo sviluppo dei servizi internet); ma significa anche mettere tutti nelle condizioni di usare la rete in modo consapevole e sicuro. Un compito che va assolto in primis dalla scuola.

Va tutelato non solo il mero accesso alla rete, ma anche che i suoi contenuti e servizi non subiscano discriminazioni, alterazioni, interferenze di qualsiasi tipo. È il principio della neutralità della rete e secondo gli autori della bozza italiana va tutelata anche in mobilità. È una posizione innovativa e d'avanguardia, dato che finora le reti mobili ne sono state esonerate.

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