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Le 8 grandi storie tecnologiche del 2014 e le loro conseguenze

Il digitale è parte della realtà e influenza finanza, politica e società. Se questo è vero in generale, lo è stato in particolare nell'anno che volge al termine

1. Lo strano 2014 di Uber

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Abbiamo scritto il primo articolo su Uber a maggio 2013 e nel frattempo è successo moltissimo nel mondo, meno in Italia. La società californiana ha aperto in diverse città  ma sulla legalità del suo servizio, in particolare Uber Pop, dopo il pronunciamento del ministro Lupi e le parole di apertura del premier Renzi non si è più sentito nulla. Una posizione favorevole è stata espressa da Bruxelles. Intanto i tassisti hanno fatto una loro app, IT Taxi, che però non ha ancora tutte le funzionalità di Uber. L’abbiamo provata e in tutti i casi per gli autisti era la prima volta. Il che significa che probabilmente in Italia siamo ancora all’anno zero della diffusione di servizi del genere, mentre stanno andando i noleggio auto come Enjoy e Car2go. Uber, nel mondo, cresce veloce e ora ha una valutazione di 40 miliardi di dollari. Però agisce con irruenza e ha problemi in ogni parte del Globo. L’ultimo è l’incriminazione del ceo Travis Kalanick in Corea del Sud per esercizio illegale del servizio di taxi. Ma ci sono state, tra le altre cose, aperture in Francia, altolà in Spagna, minacce ai giornalisti e la conseguente ostilità dell’influente stampa della Silicon Valley, pratiche scorrette nei confronti della concorrenza. Il brand è diventato meno cool rispetto al 2013, tanto che in California in molti usano Lyft, ma l’azienda cresce nella misura in cui il servizio è conveniente. Dal suo debutto a San Francisco i taxi sono calati del 65%, scrive The Verge. La storia è particolarmente rilevante perché non si tratta solo di Uber, ma di un nuovo modello economico destinato a creare scompiglio anche in altri settori.

(Luca Salvioli)

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