Glazer si è indebitato per scalare il Manchester che era quotato in Borsa (ora non più) e ha scaricato il debito nella società-preda. Una regoletta molto discutibile – detta anche la spremitura del limone – che nel capitalismo finanziario i banchieri consigliano a molti scalatori.
È a causa di quel debito se, nella sfida che stasera a San Siro con il Milan apre gli ottavi di finale della Champions League, non verrà schierato Cristiano Ronaldo. Il fuoriclasse portoghese è stato sacrificato nel giugno 2009, venduto al Real Madrid per 80 milioni di sterline, circa 94 milioni di euro. La vendita di Ronaldo ha cambiato volto al bilancio del Manchester al 30 giugno 2009, reso noto l'11 gennaio.
Il gruppo, i conti sono quelli della controllante, Red Football holding, dichiara un utile prima delle tasse di 48,2 milioni di sterline, pari a 56,57 milioni di euro al cambio al 30 giugno 2009 (1 euro pari a 0,8521 sterline). Senza la superplusvalenza per la vendita del giocatore – ha sottolineato la stampa inglese – i conti si sarebbero chiusi in rosso per 31,8 milioni di sterline (37,32 milioni in euro).
Il Manchester ha speso 41,9 milioni di interessi sul debito di 509,5 milioni di sterline legato all'acquisizione e garantito dalla squadra. C'è poi un altro finanziamento garantito da Glazer, fornito da due hedge fund americani, in origine 138 milioni di sterline, aumentati di 40 milioni per interessi accumulati e finora non pagati.
Il Manchester continua ad avere un fatturato ai vertici del calcio europeo. Nell'ultima stagione i ricavi sono aumentati del 10,9% a 278,5 milioni di sterline, pari a 326,84 milioni di euro. L'anno precedente il Manchester era secondo in Europa per fatturato, con 324,8 milioni in euro, stando allo studio «Football money league» 2009 della Deloitte, nel quale il Milan era ottavo con 209,5 milioni.
L'analisi di Deloitte mostra che la forza del Manchester è nelle entrate da stadio, che è di proprietà (128,2 milioni di euro, il 39% dei ricavi, contro 26,7 milioni del Milan). Nei diritti tv era in vantaggio il Milan (122,5 milioni contro 115,7). Un confronto omogeneo non è possibile perché il Milan non chiude il bilancio al 30 giugno ma al 31 dicembre. L'ultimo disponibile, a fine 2008, indica ricavi consolidati per 217,45 milioni, escludendo le plusvalenze da calciomercato (20,45 milioni, ci sono poi quasi 900mila euro di minusvalenze). Nel 2008 il gruppo Milan era in profondo rosso, con una perdita prima delle tasse di 80,53 milioni e una perdita netta di 66,84. I debiti erano 364 milioni, di cui 119,5 verso banche, per metà compensati da 167 milioni di crediti. In questi conti non si vede l'effetto della cessione di Kakà al Real Madrid. La proprietà (Silvio Berlusconi) è sempre più riluttante a ripianare i deficit patrimoniali del club. La plusvalenza si vedrà nel bilancio 2009.
Intanto, il Manchester ha lanciato un'operazione che ricorda i Parmalat o i Cirio bond. A metà gennaio ha emesso sul mercato obbligazioni a sette anni per 500 milioni di sterline, circa 575 milioni di euro, per rifinanziare il debito con le banche. Titoli spazzatura, secondo alcuni analisti, che dopo due settimane avevano già perso il 7% del valore.


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