Cavriago, il paese della disoccupazione a zero, ha assistito ieri al primo sciopero nello stabilimento della Mariella Burani Fashion Group (Mbfg). Il timore è quello che il paese possa perdere il proprio primato se il gruppo non verrà salvato. La scadenza era fissata alla mezzanotte di venerdì, termine entro il quale il cda deve avere «evidenza dell'impegno vincolante di soci o di terzi» a riportare in positivo, con 70,9 milioni di euro, il patrimonio netto della capogruppo. Vale a dire che basta un impegno scritto degli azionisti attuali o di terzi a sottoscrivere l'aumento di capitale votato dall'assemblea lo scorso 16 dicembre.

Starà naturalmente al consiglio di amministrazione valutare l'eventuale "impegno". Nel caso in cui, invece, non ci fosse «evidenza dell'impegno vincolante», sulla base del mandato conferito dall'assemblea il consiglio dovrà valutare la richiesta di ammissione a procedure concorsuali. La via maestra, presa in esame, per uscire dalle difficoltà sembra essere, secondo indiscrezioni, il ricorso al concordato preventivo. A riguardo non mancano i nodi da sciogliere: il concordato preventivo prevede l'approvazione del piano da parte dei creditori, in primis quelle stesse banche con cui finora la famiglia Burani non ha trovato un accordo. In secondo luogo il pacchetto di controllo di Mbfg è in pegno a Centrobanca, creditore della holding di controllo. In caso di concordato preventivo quale sarebbe il ruolo di Centrobanca?

Sul fronte sindacale, invece, la richiesta alla società è di fare ricorso alla legge Marzano, per avere maggiori tutele dei livelli occupazionali ed eventuali ammortizzatori sociali. Proprio ieri la Filtea-Cgil ha chiesto la convocazione urgente di una riunione da parte del ministero dello Sviluppo economico «per fare il punto sullo stato del gruppo, per l'importanza economica e sociale che esso riveste, al fine di garantirne le prospettive future». L'azienda conta oltre 2.200 persone, cui si sommano gli addetti dell'indotto.

Dalla società ieri nessuna comunicazione ufficiale se si eccettua la nota in cui si precisa, su richiesta della Consob, che le controllate Bioera e Greenvision Ambiente non hanno in corso rapporti di debito o credito con Bdh, la holding olandese a capo della catena di controllo per la quale il Tribunale di Milano giovedì scorso ha dichiarato il fallimento. Le due società, dopo i ribassi della vigilia, ieri hanno recuperato terreno a Piazza Affari chiudendo in positivo: Bioera con un +7,25% a 1,11 euro per azione e Greenvision Ambiente con un +1,59% a 6,05 euro. In flessione al termine delle contrattazioni il titolo della controllata di Mbfg, Antichi Pellettieri, che ha chiuso a 0,575 euro in calo del 4,17 per cento. Per quest'ultima sembra che si stia sbloccando la trattativa con Veneto Banca per la ristrutturazione del debito. L'appuntamento fra società e banche, seguite dall'advisor Rothschild, è stato fissato per la fine della prossima settimana.

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