La Commissione europea è «pronta» a presentare una proposta di costituzione di uno strumento finanziario per prevenire e gestire le crisi. Tale strumento potrebbe essere un Fondo monetario europeo. Lo ha confermato il portavoce del commissario agli Affari economici Olli Rehn. «Uno strumento di questa natura dovrà implicare una forte condizionalità» per gli stati, ha detto il portavoce. Il nuovo strumento dovrebbe anche frenare l'uso di strumenti derivati come i credit default swap (Cds) sul debito pubblico, che in ultima analisi rischiano di diventare una "scommessa" contro i debiti sovrani.
In mattinata a Milano il vicepresidente della commissione AntonioTajani aveva già preannunciato che il punto sarebbe stato all'esame della riunione della commissione Ue domani, dopo che nel fine settimana la novità era stata anticipata dal ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schauble. «Quella della costituzione di un Fondo Monetario Europeo - aveva detto Tajani - è un'ipotesi avanzata dal commissario Olli Rehn. È un argomento all'ordine del giorno. È possibile che se ne discuta anche domani nella riunione della Commissione europea a Strasburgo», ha precisato Tajani.
L'offensiva contro i Cds
A Basilea, dove si è riunito il Global economic meeting, non si è parlato della proposta della commissione Ue, come ha riferito il presidente Jean ClaudeTrichet. Il presidente del Financial stability board, Mario Draghi, ha però annunciato «regole sistemiche» sui Cds. E proprio per contrastare la speculazione sui prodotti finanziari, in particolare sui credit default swap, stanno preparando una proposta comune Germania, Francia e Lussemburgo. Il portavoce della cancelliera tedesca ha confermato che Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e Jean Claude Juncker (che è anche presidente Eurogruppo) stanno lavorando alla proposta, in vista della riunione dell'Eurogruppo e dell'Ecofin in calendario per la prossima settimana.
Domani la commissione discute del Fme
Martedì, intanto il commissario Rehn fornirà all'esecutivo, ha spiegato il portavoce della Commissione, gli elementi del dibattito in corso sulla costituzione del Fme, che ha subìto una fortissima accelerazione nelle ultime 48 ore, anche dopo gli incontri del primo ministro greco, George Papandreou con il cancelliere tedesco, AngelaMerkel, e il presidente francese, Nicolas Sarkozy. «Il dibattito è appena avviato, siamo in una fase preliminare per cui non è possibile conoscere i dettagli dello strumento finanziario al quale si pensa, c'è questa idea come ce ne sono altre», ha detto il portavoce di Rehn.
Né Bruxelles si è sbilanciata sui tempi di una decisione: oggi c'è stata soltanto la conferma che entro la fine di giugno la Commissione presenterà una comunicazione con delle proposte per stringere le maglie della supervisione delle politiche di bilancio e delle politiche economiche in modo «che non si creino altri casi come quello della Grecia», ha detto il portavoce. Non ci sono dettagli, ovviamente, sugli aspetti legali del Fondo monetario europeo né ci sono conferme o indicazioni sul nome.
«Dalla discussione in corso non è escluso nessun governo e nessun organismo - ha detto il portavoce di Rehn, è una discussione aperta che, va detto, si sta evolvendo molto velocemente». In ogni caso un Fondo monetario continentale, ha insistito il portavoce della Commissione, «non va visto come in concorrenza con il Fondo monetario internazionale che agisce su scala globale».
Domenica Schauble aveva spiegato al Welt am Sonntag che l'intenzione «non è quella di creare un concorrente del Fmi, ma abbiamo bisogno di un'istituzione per garantire l'equilibrio interno della zona euro, che abbia a disposizione sia l'esperienza che gli strumenti del Fmi».
Contro la proposta di un Fme si è schierato Juergen Stark, membro del board della Bce. In un intervento sul quotidiano tedesco Handelsblatt, Stark ha spiegato che un'ipotesi del genere potrebbe creare 'incentivi sbagliati', aggiungendo che la costituzione di un fondo monetario europeo infrangerebbe le regole Ue, incoraggiando la spesa. Un portavoce della Bce, tuttavia, si è affrettato a precisare che l'articolo rappresenta «un'opinione personale di Stark».
(di Giuseppe Chiellino)
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