WASHINGTON - Chi scommette contro la Grecia, perderà la camicia. Il ministro dell'Economia greco, George Papaconstantinou, sfida i mercati finanziari, che riaprono domattina e continueranno a tenere la Grecia nel mirino, dopo l'ondata di vendite che la scorsa settimana ha investito i titoli del debito greco e di altri paesi europei e l'euro. La percezione dei mercati può essere influenzata negativamente da una dichiarazione di ieri del ministro tedesco, Wolgang Schaeuble, secondo cui la risposta alla richiesta di aiuti, avanzata venerdì da Atene, «può essere positiva come negativa». I tedeschi hanno sottoscritto l'accordo europeo, ha ribattuto da Washington in un'affollatissima conferenza stampa Papaconstantinou, negando seccamente ogni possibilità di un'uscita della Grecia dall'euro o di una ristrutturazione del debito (che supera il 115% del prodotto interno lordo), un'ipotesi che in queste ore trova consensi fra gli investitori.

Secondo il rappresentante di Atene, la conclusione delle trattative in corso con il Fondo monetario, la Commissione europea e la Banca centrale europea per la definizione del programma economico e il pacchetto di aiuti può avvenire «entro i primi di maggio» e i finanziamenti dell'Fmi e dei paesi dell'area euro saranno sborsati simultaneamente. «Il debito sarà finanziato senza nessun problema», ha sostenuto. «Stiamo accelerando – ha detto ieri il direttore del Fondo, Dominque Strauss-Kahn, che ha visto il ministro greco due volte in meno di ventiquattr'ore – e chiuderemo le discussioni in tempo per venire incontro alle necessità della Grecia». Atene deve affrontare il 19 maggio un rimborso di debiti per 8,5 miliardi di euro. L'accelerazione è stata valutata positivamente dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi.

L'avvio delle procedura per otttenere gli aiuti (dovrebbe trattarsi di finanziamenti per tre anni, che, nel solo 2010, possono arrivare a 45 miliardi di euro, di cui due terzi dall'Europa e un terzo dall'Fmi) dovrebbe rimuovere l'incertezza che finora ha preoccupato i mercati finanziari, secondo il ministro. Da questo dipende il miglioramento delle condizioni di rifinanziamento del debito greco. In caso di ritardi nell'approvazione parlamentare degli aiuti in qualche paese europeo, gli altri sono disponibili a fornire un prestito ponte, ha precisato.

Papaconstantinou ha ammesso che l'economia greca accuserà una contrazione nel 2010 e probabilmente nel 2011, ma ha rivendicato al suo governo di aver varato una serie di duri provvedimenti per tagliare il deficit, che supera il 13% del pil, e il debito, compresa una riduzione dei salari dei dipendenti pubblici, per la lotta all'evasione, per la riforma delle pensioni e di avere in preparazione un piano di privatizzazioni. Il caso della Grecia, ha concluso il ministro, ha messo a nudo alcuni problemi nela costruzione dell'Unione europea, che richiede di essere migliorata: «Ma tutti i paesi sono impegnati a difendere la valuta comune a tutti i costi».

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