«Io non ho nessuna intenzione di litigare e men che meno di divorziare sempre che Berlusconi rispetti le mie idee». Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, risponde così a Bruno Vespa, durante la registrazione della puntata di "Porta a Porta" andata in onda in serata. L'ex leader di An chiarisce poi che «fin quando sarà presidente della Camera, e non ho nessuna intenzione di dimettermi, ho il dovere di difendere le prerogative del Parlamento». «Non sono – aggiunge Fini – presidente della Camera per concorso vinto né per un cadeau del presidente del Consiglio. Rivendico – scandisce la terza carica dello Stato – la possibilità di affermare i valori della destra che non ha la bava alla bocca».

L'ex leader di An è poi tornato sulla vicenda delle dimissioni di Bocchino, che sta agitando i sonni della maggioranza. «Bocchino ha fatto un gesto doveroso e gli va ascritto in modo onorevole. Dopodichè se domani, come mi hanno detto possa accadere, il gruppo dovesse accettare le dimissioni o peggio ancora sostanzialmente sfiduciare Bocchino, posso dire in modo pacato che altro che partito liberale di massa, altro che libertà di esprimere dissenso?». Fini si è comunque detto certo che la decisione sarà assunta da Cicchitto dopo aver sentito il presidente del Consiglio. Sul voto anticipato, poi, la terza carica dello Stato ribadisce quanto detto ieri a Ballarò. «Penso che il semplice fatto di ipotizzare elezioni anticipate in questo momento sia la dimostrazione più palese di irresponsabilità».

Nle corso della trasmissione Fini ha liquidato bruscamente il nuovo attacco del Giornale. «Il giornalismo deve essere quanto più pungente possibile, di giornalisti "appecoronati" ce ne sono tanti e preferisco chi ha il coraggio delle sue opinioni, ma questo è giornalismo che sguazza nel fango, per non citare un'altra materia organica che ha reso celebre Cambronne». L'ex leader di An lancia anche una stilettata a Berlusconi, che stamane gli aveva espresso solidarietà. «Ho avuto la solidarietà del fratello di un editore del giornale: visto che non è stato un incidente, o i giornali non li legge o non si capisce perché la solidarietà solo oggi».

Insomma la tensione tra i due non accenna a stemperarsi e Fini non risparmia altre critiche al premier. «Governare – aggiunge - vuole dire ascoltare, vuol dire trovare intese, vuol dire smussare gli angoli: questo è governare, comandare è un'altra cosa». Poi una sponda al leader lumbard, Umberto Bossi. «Sgombero il campo dagli equivoci: tutti devono piantarla con affermazioni che sono insulti, offese gratuite e personali», afferma Fini. «Ho avuto modo di incontrare Umberto Bossi con il figlio Renzo. Beh, il rapporto di quel ragazzo col padre è una delle cose più belle che esista. Ho visto l'amore del figlio per il papà e l'amore altrettanto forte del padre nei confronti del figliolo».

IL PUNTO / I paradossi della maggioranza e il logoramento quotidiano(di Stefano Folli)
Bossi: «Senza federalismo faremo la fine della Grecia»
Le dimissioni di Bocchino agitano il Pdl
Pronto il lodo Alfano costituzionale
Il Giornale attacca «la suocera» di Fini, ma Berlusconi difende Gianfranco

 

Shopping24